Change.org raccoglie tutte le petizioni online italiane

Change.org vanta in Italia 10 milioni di utenti inscritti e 200 nuove petizioni al mese. Ce ne sono di tutti i tipi, ma oltre alle politiche ci sono quelle sociali. In una situazione di incertezza le persone si mettono in gioco e si raccolgono gli umori della popolazione.

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a cura di Dario D'Elia

Change.org è il sito di petizioni online che in Italia a dieci mesi dal debutto ha già riscosso un incredibile successo: si stimano 10 milioni di utenti inscritti e 200 campagne al mese. Nasce nel 2007 a San Francisco ma ormai è attivo in ben 19 paesi.

In Italia è di fatto esploso grazie alla rinnovata fiducia nei confronti dell'attivismo online. Nella classifica delle petizioni con più sostenitori svettano la richiesta di liberazione per il premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo e la moglie Liu Xia, la messa al bando dei pesticidi responsabili della moria delle api e la messa al bando delle pelli di canguro per la realizzazione delle scarpe da calcio Nike. I numeri sono importanti: ogni petizione vanta centinaia di migliaia di sostenitori. "Salviamo Report e il diritto di informare" ne ha ad esempio ben 121mila.

Change.org

"Negli ultimi tempi sono cresciute soprattutto le petizioni di carattere politico", ha commentato Salvatore Barbera, direttore delle campagne della piattaforma. "Non tutte ovviamente trovano seguito e questa è la dimostrazione che Change sta diventando specchio del paese. In una situazione di incertezza le persone si mettono in gioco e si raccolgono gli umori della popolazione".

Anche la politica italiana è protagonista: prima della formazione del Governo e del voto sul presidente della Repubblica si sono evidenziate numerose campagne. In ogni caso le iniziative sono per lo più di carattere sociale, in linea con lo spirito del progetto inizialmente. Analizzando i profili Facebook degli inscritti si scopre però che aderiscono non solo giovani ma anche quarantenni o cinquantenni.

"Sono decine le petizioni che vogliono portare all'attenzione di un pubblico più ampio temi che non trovano spazio sui canali tradizionali e invece sul web, grazie al tam tam della rete, riescono a raggiungere un pubblico molto ampio", ha aggiunto Salvatore Barbera. "È uno strumento utile anche per il 70% della popolazione italiana che vive in provincia. Raccogliamo storie di giovani che si battono contro la legalità, che spesso hanno una grande forza comunicativa perché raccontate in prima persona".

Sotto il profilo procedurale è bene ricordare che per la verifica delle firme vengono usate le mail: meno dell'1% si rivela fasullo. "La raccolta di firme per le leggi viene fatta in Italia con altri mezzi, per ora non online, in futuro si vedrà. Quello che si può dire è che l'utilizzo della rete per finalità politiche crescerà sempre più, ma capire modalità e tempi di sviluppo non è semplice", ha concluso Barbera.