Che cosa sono le comete e da dove vengono

La cometa ISON si candida al ruolo di cometa dell'anno e potremmo vederla anche dall'Italia agli inizi di dicembre.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Che cosa sono le comete e da dove vengono

Le comete non sono altro che residui ghiacciati lasciati dalla formazione del nostro Sistema Solare, con il ghiaccio che non riveste solo esternamente la cometa, ma è mescolato internamente alle polveri e alla roccia. All'osservazione appaiono come semplici sassi, decisamente poco affascinanti, con diametro che spesso arriva a diversi chilometri.

Asteroidi

Il primo a intuire la composizione di questi corpi celesti fu l'astronomo Fred Whipple, che intorno alla metà del XX secolo coniò il termine più semplice ed efficace per descrivere le comete: "palle di neve sporca". È questa è la definizione che tutt'oggi viene comunemente usata, pur non essendo comunque sufficientemente esauriente per descrivere la particolarità e la complessità delle comete.

Il nucleo così costituito proviene principalmente da due punti remoti del Sistema Solare. Gerard Kuiper intuì che ai confini del Sistema Solare, oltre Nettuno, ci fosse un serbatoio di comete. Ci arrivò misurando l'orbita delle comete conosciute per calcolare l'afelio delle orbite di questi corpi celesti, ossia il loro punto più distante dal Sole. Il calcolo era empirico perché Kuiper non aveva i mezzi per verificarlo, ma si stima che fosse corretto, almeno per le comete a breve e medio periodo (da 50 a 150 anni). Quell'area è  soprannominata ancora oggi fascia di Kuiper, e consiste in un anello che dista circa 50 unità astronomiche dal nostro sistema solare, equivalenti all'incirca a 7 miliardi di chilometri

Fascia di Kuiper e nube di Oort

Discorso differente per le comete a lungo periodo, la cui provenienza fu teorizzata dall'astronomo olandese Jan Oort, che ipotizzò l'esistenza di una zona ai confini estremi dell'eliosfera in cui si troverebbe la cosiddetta nube di Oort, un grande guscio sferico con miliardi di nuclei cometari pronti ad avvicinarsi al Sole grazie soprattutto a perturbazioni esterne. Si trova a una distanza di un anno luce, 10 mila miliardi di chilometri: un punto che non è ancora possibile osservare - e forse non lo sarà mai - con gli strumenti che abbiamo a disposizione. ISON proviene dalla nube di Oort.

Sveliamo inoltre un mistero a cui probabilmente pochi avranno fatto caso. Le code delle comete sono sempre in direzione opposta al Sole, un fatto poco intuitivo di cui si accorsero per primi il tedesco Petrus Apianus e l'italiano Girolamo Fracastoro. Seguendo la logica infatti verrebbe da pensare che le code siano in direzione opposta al moto. In realtà nella fase di rotazione attorno al Sole la coda delle comete gira e si posiziona dalla parte opposta. Lo vedete chiaramente in questa breve sequenza ripresa dalla sonda spaiale Soho puntata sul sole.

 

Come anticipato in apertura, una volta scoperta una nuova cometa bisogna calcolarne la rotta per capire quando sarà eventualmente visibile dalla Terra. Come si capisce l'orbita di una cometa? Il dato è fondamentale, perché questi corpi celesti si possono osservare solo quando arrivano vicino al sole, quindi solo nell'ultimo tratto, e bisogna calcolare l'orbita a ritroso. 

Innanzitutto molte si muovono su orbite ellittiche, quindi hanno un punto più vicino al sole chiamato perielio e uno più lontano chiamato afelio. Per la cronaca, il perielio della Terra è verso gennaio, l'afelio è luglio.

Orbite

In realtà ci sono due tipi di orbite seguite dalle comete: aperte o chiuse. L'orbita chiusa è di forma ellittica e indica che le comete ripasseranno periodicamente vicino al Sole. È il caso per esempio della cometa di Halley, che passa vicino al Sole ogni 76 anni (la prossima volta sarà nel 2062!).

L'orbita aperta disegna invece un'iperbole, e riguarda le comete come ISON, che passano una sola volta e si perdono nello spazio interplanetario. Insomma l'appuntamento con ISON - sempre che ci sarà - non si ripeterà, quindi anche se per vederla bisognerà fare un'alzataccia (verso le 5 del mattino), gli astronomi stimano che ne varrà la pena.

Per informazione, comete con orbita parabolica non esistono perché la parabola è un'approssimazione matematica.