La certificate authority (CA) DigiNotar ha depositato i documenti per dichiarare bancarotta: un destino quasi scontato per una società che ha messo repentaglio la sicurezza di mezzo mondo. Già , perché se a inizio settembre si parlava del trafugamento di 200 certificati digitali SSL, attuato da un manipolo di pirati informatici, adesso sappiamo sono stati almeno 531 – per di più correlati a Microsoft, Yahoo, Skype, Facebook, Twitter, Windows Update, CIA, MI6 e Mossad.
Diginotar
DigiNotar è stata accusata dal Governo olandese e dalle società di sicurezza di non aver fatto abbastanza per difendersi. Dopo gli attacchi, probabilmente ad opera di un hacker iraniano, sono venuti fuori tutti i problemi dell'azienda: password deboli, mancanza di aggiornamenti software per i server pubblici e persino l'inesistenza di antivirus nella rete corporate. Senza contare ovviamente il silenzio che ha accompagnato la vicenda e quindi la poca informazione che ha impedito l'immediato contenimento dei rischi.
"Sebbene siamo dispiaciuti di questa cosa e dalle circostanze che l'hanno provocata vorremmo ricordare ai nostri clienti e investitori che l'incidente occorso alla Diginotar non ha avuto alcun impatto sulla tecnologia di autenticazione di Vasco", ha commentato la holding di DigiNotar.
Intanto continua il lavoro per valutare i danni provocati dall'intrusione hacker e quindi le perdite generate. DigiNotar comunque ha già tutte le carte pronte e sarà liquidata a breve. Si suppone che la sua proprietà intellettuale non vada dispersa, ma investita nelle attuali linee prodotto di Vasco.