Introduzione
Lo scorso autunno, partecipando al Gartner Symposium ITxpo di Cannes, siamo riusciti finalmente a comprendere il valore delle future strategie di risparmio energetico per il settore IT. A conferma delle intuizioni di Gartner, martedì scorso, è stata lanciata Climate Savers Computing Initiative. Un'iniziativa dei più importanti produttori e colossi hi-tech per migliorare l'efficienza energetica dei pc, e sensibilizzare consumatori e aziende alla salvaguardia ambientale.
Google, Intel, HP, Lenovo, Microsoft, Hitachi e tanti altri - compreso il WWF - si sono trovati concordi nell'invertire la rotta dei consumi energetici. Lavorando progettualmente e a livello marketing per favorire l'adozione di alimentatori e regolatori di voltaggio più efficienti. Questi due elementi, infatti, sono i responsabili della conversione della corrente alternata - proveniente dalla prese a muro - in corrente continua a 12 volt per il funzionamento dei pc.
"A spanne il 50% dell'energia convogliata al pc viene dispersa", ha sottolineato Urs Hölzle, ingegnere capo di Google. "Un po' sotto forma di calore e un po' nella conversione da corrente alternata e continua. Per un server medio la dispersione scende al 30%, ma permane comunque".
In ogni caso vi è sempre della dispersione: sia all'avvio del pc che in fase idle, che con la dissipazione del calore dei componenti.
PC, server ed elementi di nuova concezione potrebbero utilizzare invece più del 90% dell'energia fornita. I server di Google, ad esempio raggiungono già il 90/93% di efficienza. A dimostrazione insomma che molte tecnologie di risparmio sono già disponibili.
"Non si tratta di un problema tecnologico. Disponiamo già di alimentatori capaci di un'efficienza prossima al 90%", ha aggiunto Hölzle. Il problema, ovviamente, è quello dei costi. Secondo Pat Gelsinger, vice presidente del settore Digital Enterprise Group di Intel, realizzare un PC più efficiente incrementa il prezzo di listino di un comune pc di circa 20 dollari e di un server di circa 30 dollari.