Gang pirata ruba l'applauso alla GdF di Prato

Sequestrati a Prato ben 2 milioni di film pirata, che venivano distribuiti illegalmente con un sistema geniale

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a cura di Dario D'Elia

L'operazione Rete Pulita che ha permesso, a Prato, di sequestrare ben 2 milioni di film pirata ha dell'incredibile. Non tanto per la quantità industriale di file illegali individuati su non meno di 300 computer ma per la sopraffina abilità e creatività dimostrata dalla gang cinese coinvolta.

Le Fiamme Gialle di Prato avevano verificato strani movimenti presso alcune attività commerciali cinesi dedicate alla vendita di computer e telefonini. In pratica l'illecito avveniva all'interno degli esercizi, dove i personal computer dei clienti venivano "farciti" di contenuti illegali.

"Dietro all'attività legale dichiarata i titolari avevano messo in atto un nuovo modo di fornire alla clientela film e file musicali in violazione della normativa sul diritto d'autore. Infatti, piuttosto che vendere illegalmente cd e dvd masterizzati, avevano organizzato un sistema imprenditoriale meno evidente, ma indubbiamente molto efficace: si facevano lasciare per qualche ora i personal computer dei clienti, sui quali - tramite un collegamento ai propri server - trasferivano direttamente intere gallerie filmografiche e musicali pirata", si legge nel comunicato delle Fiamme Gialle.

Si parla infatti di più di 50 terabyte di contenuti pirata: film di ogni genere e musica.

"Grazie all'ausilio di personale della SIAE e delle principali associazioni di categoria impegnate nella tutela della proprietà intellettuale in ambito mondiale (BSA - Business Software Alliance per il settore del software, FAPAV - Federazione AntiPirateria Audio Visiva per il settore audiovisivo e FPM - Federazione contro la Pirateria Musicale per quello discografico nonché della Sony Pictures Home Entertainment per gli home video), nonché di tecnici informatici è stato anche possibile sequestrare software illegalmente installati sui computer ed individuare file e link nascosti e protetti sui server dei titolari degli esercizi, che una volta attivati permettevano la visione di film in streaming, ossia mediante un collegamento diretto a portali in lingua cinese che offrivano illegalmente il materiale".

12 gli imprenditori cinesi denunciati e 13 i clandestini fermati dalle autorità.