Google alza gli scudi per difendere la libertà di espressione

Google Project Shield proteggerà siti e web a rischio da attacchi DDoS.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google ha presentato ieri Project Shield, strumento per la protezione dagli attacchi DdoS che metterà a disposizione di siti e blog in tutto il mondo. Servirà come barriera contro operazioni che mettono offline il bersaglio, e che spesso fanno parte di strategie mirate allo sfregio (defacing) del sito stesso oppure al furto di dati. Chi vuole iscriversi può farlo usando questa pagina.

Un attacco "prima dovrà superarci, e dopo anni che ci lavoriamo siamo diventati piuttosto bravi nel fermare questo tipo di minaccia", ha affermato CJ Adams (Google) in concomitanza con l'annuncio di Project Shield. Il progetto è al momento in fase beta, e attivo per alcuni siti e blog politici di paesi con scarsa o nulla libertà di espressione, quali per esempio la Siria. "Ciò che può mettere offline siti come questi è una cosa piccolissima per noi. Possiamo assorbirlo", continua Adams.

In altre parole Google si offre di incassare il colpo al posto del vero bersaglio. Il blog o il sito saranno protetti, e per Google non ci saranno conseguenze perché si tratta di attacchi relativamente deboli. E considerata la "potenza di fuoco" su cui può contare l'azienda californiana, è lecito pensare che questo sistema possa sopportare anche i colpi più violenti.

Google sottolinea che Project Shield non offre garanzia alcuna, ma anche che l'idea è di offrire ai siti protetti la stessa solidità su cui contano i servizi della stessa Google. Tecnicamente unisce il servizio Page Speed, che serve per ridurre i tempi di caricamento, con gli strumenti anti DDOS di cui Google già dispone. In caso di attacco i collegamenti vengono deviati sui numerosi server di Google, così il sito continua a rispondere normalmente. Questa pagina contiene qualche dettaglio tecnico in più.

Diventerà un prodotto commerciale di cui tutti potremo usufruire? No, almeno per il momento, perché Google Project Shield è dedicato appunto solo a siti e blog particolarmente esposti, e a situazioni in cui si mette in pericolo la libertà di espressione. Chi ha un normale sito web commerciale quindi dovrà continuare ad affidarsi ai comuni strumenti esistenti, come batterie di server appositi schierati "in difesa", o strutture cloud come quella di Amazon.

Contestualmente Google ha creato anche una mappa degli attacchi digitali, che mostra in tempo reale dove si realizzano i DdoS nel mondo - prende i dati da Arbor Networks. "Se qualcuno si compra il silenzio di qualcun'altro, ciò danneggia Internet e la libertà di espressione", ha concluso Adams.