Google spinge su standard globali per la privacy

Google ha approfittato della conferenza dell'Unesco per proporre un progetto sulla privacy

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a cura di Dario D'Elia

Durante l'attuale conferenza dell'Unesco, in svolgimento in Francia, Google ha proposto che i vari garanti nazionali per la protezione della privacy sottoscrivano un documento comune. Una sorta di carta dei diritti globale che indichi con precisione i principi condivisi per la difesa della privacy.

Peter Fleischer, consigliere di Google per riservatezza dei dati, ha fatto un chiaro riferimento al documento-quadro dell'Apec (Cooperazione Economica Asia-Pacifico). Una soluzione che di fatto si propone di standardizzare i metodi di utilizzo dei dati personali nel contesto commerciale, e non solo.

Il documento Apec, al momento, è stato siglato da paesi come l'Australia e il Vietnam – lontanissimi come cultura, ma uniti dall'esigenza di far fronte al problema della privacy. "Se sui principi della privacy possono convenire paesi così diversi, pensiamo che questo sia un modello per il resto del mondo", ha dichiarato Fleischer a Reuters. " In genere quel che vediamo è una mancanza di standard sulla privacy. Ogni volta che una persona usa una carta di credito, le sue informazioni posso attraversare i confini di sei o sette paesi".

Secondo Fleischer, l'Europa gode di un regime di regole sulla privacy armonizzate, ma piuttosto rigide – perché concepite ne 1995 prima dell'avvento del Web. Gli Stati Uniti, di contro, non dispongono di una legislazione federale sulla privacy, ma di normative che cambiano a seconda degli Stati e dei settori.