HP uccide webOS e smobilita la divisione PC

HP ha deciso di bloccare vendita e sviluppo di dispositivi webOS. L'insuccesso del TouchPad e gli investimenti stimati hanno indotto l'AD Leo Apotheker a dire basta quasi istantaneamente. Nel frattempo l'azienda pianifica lo spin-off della divisione PC. Il futuro sono i servizi e in particolare il cloud computing.

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a cura di Manolo De Agostini

WebOS è al capolinea. HP ha dichiarato che cesserà la vendita e lo sviluppo di dispositivi basati sul sistema operativo, ottenuto dall'acquisto di Palm nell'aprile del 2010 per 1,2 miliardi di dollari. L'annuncio arriva a poco meno di due mesi dall'uscita del tablet HP TouchPad, un prodotto che non ha ottenuto grande successo, e dal debutto in alcuni mercati del Pre 3.

L'azienda ha dichiarato che "continuerà a esplorare opzioni per ottimizzare il valore del software webOS in futuro", il che può voler dire che il sistema operativo vivrà ma solo su dispositivi secondari, dalle stampanti ad altri prodotti per l'elettronica di consumo. HP non ha fatto mistero in passato - quando però ancora credeva in webOS - di volerlo vedere anche sui frigoriferi. È possibile anche che l'OS sarà concesso in licenza, ma al momento la situazione non è definita. "WebOS avrebbe richiesto investimenti significativi nel corso dei prossimi cinque anni, generando rischi senza una chiara ricompensa".

L'altra grande notizia che riguarda HP è quella dello spin-off del gruppo Personal Systems Group, ovvero della sua divisione PC. L'azienda e il consiglio di amministrazione hanno infatti "autorizzato l'esplorazione di alternative strategiche per la divisione PSG". 

Questo potrebbe portare il gruppo PC di HP nelle mani di un'altra azienda, oppure a formare un'entità separata concentrata solo sui computer, mentre l'azienda principale si focalizzerà più sul mercato business ed enterprise. Insomma quello dei servizi, tra cui spicca il cloud computing. Proprio per questo HP acquisterà Autonomy Corporation, azienda che sviluppa software per le imprese, spendendo 10,3 miliardi di dollari.

"Il nostro business PC ha bisogno di flessibilità per prendere le proprie decisioni", ha dichiarato l'amministratore delegato Leo Apotheker, aggiungendo che si aspetta lo spinoff entro 12/18 mesi.

HP vuole concentrarsi solo su quei settori che possano assicurare margini elevati e quello dei PC non rientra tra questi. "Il fatturato della divisione Personal Systems Group (PSG) si è contratto del 3% anno su anno con un margine operativo del 5,9%. PSG rimane il leader nel mercato PC in termini di unità, fatturato e quota di utile. Il fatturato del gruppo Commercial Client è cresciuto del 9% mentre quello Consumer Client si è ridotto del 17%".

Complessivamente HP ha previsto risultati per il quarto trimestre e l'intero anno fiscale sotto le attese degli analisti. Per l'ultimo trimestre che si concluderà a ottobre l'azienda si aspetta un fatturato tra 32,1 e 32,5 miliardi, ben al di sotto dei 34 miliardi attesi. Sull'intero anno fiscale il fatturato sarà tra 127,2 e 127,6 miliardi, più basso della stima di 129 miliardi.

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L'azienda vuole quindi ritrovare slancio e lo fa tagliando quelli che per Apotheker sono i rami più deboli, a rischio di caduta. Nel settore PC HP è leader, ma le sfide per questo settore dell'industria si fanno elevate con l'avvento di smartphone e tablet.

In secondo luogo Apotheker sembra aver gettato la spugna nel settore dei tablet. Troppa concorrenza, con centinaia di soluzioni Android e soprattutto iPad che, piaccia o meno, è il re indiscusso del mercato. Imporre un terzo sistema operativo, soprattutto senza concederlo in licenza ad altri produttori, avrebbe richieste uno sforzo immane. HP avrebbe potuto scegliere di usare Android, diminuendo i costi e mantenendo la sua presenza nel settore dei tablet, ma sarebbe equivalso a sconfessare l'investimento su Palm. Non che la mossa odierna indichi qualcosa di diverso, ma Apotheker ha fatto la sua mossa. Ora non resta che vedere le conseguenze.