I neutrini non sono più veloci della luce, ecco la prova

Icarus, un nuovo esperimento tra Ginevra e il Gran Sasso, sconfessa le rilevazioni di settembre di OPERA. I neutrini più veloci della luce sembrano essere sempre più figli di un errore, precisamente di un problema nella strumentazione usata per la rilevazione. Un sogno che s'infrange, almeno per il momento.

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a cura di Manolo De Agostini

I neutrini non si muovono a una velocità superiore a quella della luce. I nuovi dati dell'esperimento Icarus (effettuato a novembre), coordinato dal Nobel Carlo Rubbia e condotto nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), indicano che con tutta probabilità che il risultato rilevato il settembre scorso è figlio di un errore.

Errore di cui si è parlato molto nei mesi scorsi, fino a quando i stessi ricercatori dell'esperimento OPERA - da cui è nato "il caso" - hanno rintracciato possibili problemi di natura tecnica nella strumentazione usata per le rilevazioni. La velocità della luce (circa 300 mila chilometri al secondo) rimane quindi un parametro saldo nel mondo della fisica, su cui si basano molteplici teorie

E mentre gli scienziati dell'esperimento OPERA, i primi scettici dei risultati ottenuti lo scorso settembre, chiedevano aiuto alla comunità scientifica internazionale, noi tutti speravamo che fosse stato scoperto qualcosa di rivoluzionario, cosa che però sembra scemare con il passare del tempo. Peccato.

Per l'esperimento Icarus, realizzato a novembre, è stato usato un rilevatore adiacente a quello adottato per il famoso test di settembre. Entrambi sono in grado d'individuare i fasci di neutrini sparati dal CERN di Ginevra, ma il rilevatore del progetto Icarus non era pronto a settembre per occuparsi della velocità di queste particelle. 

A differenza del rilevatore dell'esperimento OPERA, basato sulla tecnologia dell'emulsione fotografica, il nuovo rilevatore è formato da 760 tonnellate di argon liquido. "Il risultato è compatibile con l'arrivo simultaneo di tutti gli eventi con uguale velocità, quella della luce. Un dato in netta differenza con i risultati presentati da OPERA, secondo i quali i neutrini ad alta energia provenienti dal CERN sarebbero arrivati nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso circa 60 nanosecondi prima rispetto alla velocità della luce", hanno dichiarato i ricercatori del progetto Icarus.

"Come accade nella scienza qualcuno rifà lo stesso esperimento e può arrivare a risultati diversi. In questo caso, si rafforzano i dubbi espressi dalla stessa collaborazione OPERA a seguito delle verifiche effettuate dopo il sorprendente annuncio dello scorso settembre. È importante che ancora una volta sia stato un esperimento collocato dentro i Laboratori INFN del Gran Sasso a dare un contributo importantissimo alla ricerca della verità", ha dichiarato Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

"La tecnica dell'argonliquido, permette una precisione nella ricostruzione degli eventiche ricorda le fotografie prese con le camere a bolle ma allo stessotempo è interamente elettronica e può facilmente essereinterfacciata con i moderni sistemi di acquisizione basati suicomputer", ha dichiarato lo scienziato Roberto Battiston, aggiungendo che si tratta di "una tecnologia che viene orarichiesta in tutto il mondo in quanto rappresenta lo strumento idealeper la rivelazione di eventi rari come, ad esempio, le interazioni deineutrini".

Albert Einstein può (per il momento) dormire sonni tranquilli e l'ex Ministro Gelmini mettere una pietra (invisibile) sopra al tunnel (fantasma).