I viaggi nell'iperspazio di Star Trek sono di una noia mortale

Secondo lo studio di un gruppo di studenti dell'Università di Leicester il viaggio nell'iperspazio non sarà visivamente appagante: niente scie luminose lasciate dalle stelle, ma solo una luce circolare veramente poco attraente.

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a cura di Manolo De Agostini

I viaggi nell'iperspazio a velocità curvatura saranno molto meno interessanti di quel che pensiamo. Dimenticate i vari Star Wars e Star Trek, che ci mostrano l'avanzare delle navicelle spaziali tra le stelle, trasformate in linee luminose che scompaiono ad altissima velocità.

Secondo Joshua Argyle, Riley Connors, Katie Dexter e Cameron Scoular (studenti dell'Università di Leicester che per il loro studio si sono basati sulla Teoria della relatività speciale di Einstein), un viaggio reale nell'iperspazio non dovrebbe apparire come ci hanno sempre mostrato nei film, ma si tratterebbe di un'esperienza più noiosa e visivamente meno appagante.

Un equipaggio di viaggiatori spaziali si troverebbe infatti davanti a un cerchio di luce caratterizzato solamente da una dissolvenza sui bordi esterni. La luce stellare non dovrebbe nemmeno essere visibile a causa di una variazione dell'effetto Doppler. Questo fenomeno fisico consiste nel cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si trova in movimento o in quiete rispetto alla sorgente delle onde, anch'essa in movimento o in quiete.

Secondo l'Istituto Nazionale di Astrofisica, "l'effetto Doppler, in questo caso applicato alle onde elettromagnetiche, causerebbe il cosiddetto blue shift, lo spostamento verso il blu, della luce: agli occhi di chi si trovasse nel Millenium Falcon, la lunghezza d'onda della luce emessa dalle stelle diminuirebbe, prima spostandosi verso il blu e poi uscendo dal visibile per passare allo spettro dei  raggi X, non visibili dall'occhio umano".

"L'equipaggio percepirebbe un grande disco di luce bianca, creato nientemeno che dalla radiazione cosmica di fondo (Cosmic Microwave Background) che per lo stesso effetto Doppler finirebbe per essere percepita nello spettro del visibile. La radiazione cosmica di fondo è una radiazione elettromagnetica, a 2,7 gradi Kelvin, che permea l'universo in modo uniforme ed è ciò che resta del Big Bang".

Gli studenti hanno anche calcolato che i raggi X delle stelle respingerebbero la navicella, rendendo i viaggi nello spazio più complicati, perché rallenterebbero il mezzo di trasporto.  Inoltre si creerebbe una pressione paragonabile a quella riscontrata sul fondo dell'Oceano Pacifico. I registi dei futuri film di fantascienza dovrebbero prendere quindi in considerazione anche l'effetto che la pressione avrebbe sulla nave e il suo equipaggio. Inoltre l'equipaggio dovrebbe almeno avere sempre a portata di mano un qualche tipo di occhiali da sole.

Insomma, forse il viaggio nell'iperspazio non sarà così spettacolare come ci ha mostrato il cinema fino a oggi, ma per arrivare a una conclusione definitiva contiamo che prima o poi il genere un umano riesca a ricreare sul serio quanto vediamo nelle finzione. D'altronde alla NASA si dicono possibilisti.