Il decreto sull'Editoria stabilisce gli obblighi di siti web e blog

Il Senato ieri ha approvato il DDL sull'editoria che punta ad ammodernare il settore. L'obbligo dell'iscrizione ai Registri Stampa scatterà per tutti i blog e siti web che fatturano più di 100mila euro. Cambiano anche i criteri per l'assegnazione dei contributi pubblici alla stampa.

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a cura di Dario D'Elia

L'approvazione del decreto editoria attuata ieri dal Senato metterà definitivamente fine al dibattito sull'obbligo di iscrizione ai Registri Stampa per i piccoli siti Web e i blog. Ora la questione passa alla Camera ma il DDL n° 3305 pare godere di un sostegno trasversale.

Il elemento chiave è che "le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica, ovvero online, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100 mila euro non sono soggetti agli obblighi" di legge della stampa.

Il blog di Beppe Grillo diventerà testata?

In pratica l'iscrizione ai Registri Stampa sarà obbligatoria solo per i siti più strutturati e i blog di maggiore successo con grandi fatturati. Per ricavi di attività si intendono quelli generati con abbonamenti, vendita (anche singoli contenuti), pubblicità, sponsorizzazioni, contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati. Un blog come quello di Beppe Grillo ad esempio sarà probabilmente costretto all'iscrizione.

Il DDL contiene anche un articolo che riguarda la pubblicità online: verrà inserita nel paniere dei ricavi del Sic (Sistema integrato di comunicazioni) funzionale al calcolo del tetto del 20% previsto dalla legge. Le imprese concessionarie di pubblicità che operano nel settore saranno obbligate a iscriversi nel registro degli operatori di comunicazione.

Per quanto riguarda invece il segmento cartaceo la principale novità riguarda i criteri per l'assegnazione dei contributi pubblici alla stampa. Per razionalizzare le risorse il Governo ha pensato di stabilire una correlazione più equa tra le copie vendute e quelle distribuite. In pratica la percentuale relativa al rapporto tra le copie vendute e quelle distribuite necessaria per accedere ai contributi passerà dall'attuale 15% al 25%. Per le testate locali la quota arriverà al 35%. La definizione di testata nazionale richiederà la presenza in almeno tre regioni.

Da rilevare poi sconti sulle tariffe postali per l'editoria non profit e un contributo di 2 milioni di euro annui per i periodici italiani pubblicati all'estero.