Il metaverso è un'idea stupida, e infatti sta fallendo

Secondo la società di analisi Gartner il metaverso perché non è molto buono o utile, e dopo l’entusiasmo iniziale il fenomeno si sta già desertificando.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

È passato poco più di un anno da quando Facebook ha cambiato nome in Meta e in quel momento sembrava che metaverso fosse la parola magica. Alcuni hanno preso la palla al balzo per investimenti veloci e proficui, il classico schema che si attiva con le mode momentanee.

Ma ora pare proprio che la storia sia diversa. Secondo la società di analisi Gartner, infatti, le cose stanno andando piuttosto male - come racconta The Register. Anche quelle poche aziende che hanno fatto investimenti iniziali ora si stanno tirando indietro, perché il metaverso non sembra affatto utile, ed è anche molto costoso.

Ci sono alcuni elementi di criticità che, per ora, sembrano insuperabili: uno è che la VR non sembra una soluzione adeguata agli usi professionali: le riunioni a distanza usando visori e avatar virtuali piacciono anche meno delle videochiamate. La ricerca di Gartner rileva il pochissimo entusiasmo verso le riunioni virtuali, persino tra gli utenti della Generazione Z, cioè i nati tra il 1996 e il 2010. Proprio quelle persone che, in teoria, dovrebbero essere più propense ad accettare la novità.

I ricercatori di Gartner hanno scoperto che l'85% "non è molto interessato ai marchi che operano nei metaversi", mentre il 43% "dice di stare lontano dal metaverso perché non lo capisce". Il tutto mentre il mondo è tornato alla “normalità”, vale a dire con uffici e negozi aperti. Un anno fa, se non altro, la VR sembrava un’idea interessante per uscire di casa almeno virtualmente.

Una cosa che era evidente dal primo giorno, ma per qualche ragione Zuckerberg e soci sono riusciti a far passare una narrativa diversa e assolutamente priva di senso.

Come si poteva pensare che i lavoratori del mondo avrebbero accettato volentieri di mettersi quegli scomodi visori per fare una chiacchierata con dei colleghi. Già si era affermata una drammatica tendenza a “fare una call” per qualsiasi idiozia, anche quando basterebbe spendere 5 minuti per scrivere un’email comprensibile. E poi, oltre al fastidio di una videochiamata inutile, ci si aspettava che le persone si sarebbero messe addosso un visore VR, dopo aver speso migliaia di euro in attrezzatura VR?

Era una cosa ridicola sin dal primo momento, e l’unico mistero è come mai non siamo riusciti a dirlo in modo chiaro e palese da subito. Ma forse c’è sempre bisogo di aspettare un po’ prima di gridare che il re è nudo.

Le cose potrebbero cambiare in futuro? Forse, ma ma Gartner non crede che succederà niente di rilevante in tempi brevi. L’hardware sta migliorando, ma i visori sono ancora scomodi, pesanti, limitati e costosi - compresi quelli più avanzati come l’Apple Vision Pro. Per non parlare dell’infima qualità grafica degli avatar stessi e degli ambienti virtuali.

La svolta la vedremo se e quando un visore VR sarà comodo quanto un normale paio di occhiali, e quando i prezzi saranno simili a quelli di una normale videoconferenza - mentre oggi bisogna affrontare costi troppo alti. Fino ad allora, sarà pura ricerca e speculazione.

"È discutibile che le riunioni immersive possano rimanere a galla nei prossimi tre-cinque anni, a meno che i leader di prodotto non riescano a trasformare queste esperienze in esperienze più avvincenti con risultati chiari", avverte il documento, senza mezzi termini.

Contestualmente, Gartner rileva un aumento dell’interesse per la Realtà Aumentata (AR), che “sembra fornire un valore più tangibile”. Si pensa, ad esempio, alla possibilità di vedersi addosso un abito prima di comprarlo online, o di visualizzare un nuovo mobile in casa propria. Non molto, ma sicuramente cose più concrete rispetto alla VR.