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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

"Scopri la verità su Windows e Linux". Questo lo slogan di un'imminente campagna pubblicitaria in cui Microsoft, tirando esplicitamente in ballo il Pinguino, sostiene di voler sfatare alcuni di quelli che defiisce "miti su Linux", primo fra tutti la sua convenienza.

"I leader del mercato e gli analisti di terze parti lo confermano: Windows va meglio di Linux e ha un costo totale di possesso più basso", si legge sul sito della campagna, lo stessa in cui Microsoft ha pubblicato una serie di studi e di analisi di mercato, in gran parte commissionati dallo stesso colosso di Redmond, che dimostrerebbero come Windows, pur avendo licenze più care, sul medio e lungo periodo abbia un costo totale di possesso inferiore a quello di Linux.

Una tesi, quella propugnata da Microsoft, che di recente è stata espressa in uno studio di Giga Research e che divide analisti e addetti ai lavori.

"Nel passato, quando la gente doveva scegliere fra Linux e Windows, la decisione era spesso influenzata da questioni emotive e giustificata con affermazioni del tipo: non mi piace Microsoft", ha commentato Martin Taylor, general manager of platform strategies di Microsoft. "Ci sono un bel po' di idee sbagliate su Linux nel mercato, ed è nostra intenzione assicurarci che la gente comprenda la verità sul costo totale di possesso di Linux quando questo è comparato a quello di Windows".

Nelle pagine Web dedicate alla campagna promozionale, Microsoft ha pubblicato anche alcune linee guida il cui scopo è quello di aiutare gli utenti a migrare dalle piattaforme Unix, incluso Linux, al nuovo Windows Server 2003: a tal proposito il big di Redmond metterà presto a disposizione degli utenti una chat attraverso cui poter entrare in contatto con i suoi tecnici.

La nuova campagna di Microsoft conferma peraltro come il sistema operativo open source sia visto dal colosso del software come il nemico numero uno per il proprio business legato ai server, un mercato in cui Linux può oggi contare sugli investimenti di colossi come IBM, HP, Dell e Novell e sul lavoro di un'ampia comunità di sviluppatori.