In Europa l'IPTV non convince

La colpa è semplicemente degli operatori di telecomunicazioni: si preoccupano poco degli utenti, si sfidano solo a colpi di listini e prestazioni (non qualità), non badano ai contenuti.

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a cura di Dario D'Elia

Introduzione

L'IPTV è considerata la nuova frontiera dell'intrattenimento televisivo, ma secondo le ultime indagini di mercato il suo successo potrebbe non essere scontato. In Europa, lo scetticismo nei confronti dell'affidabilità dei servizi broadband e web in genere è piuttosto alto soprattutto a causa dei service provider - concentrati per lo più in una feroce battaglia commerciale che bada solo ai listini e alle velocità massime (teoriche) di trasferimento.

Juniper Networks ha confermato con una recente indagine che l'attuale strategia rischia di mandare all'aria ogni progetto. L'industria IT sta scommettendo molto sul cosiddetto triple-play (web, telefonia e tv), ma senza preoccuparsi troppo delle esigenze dell'utente finale. "La TV da sola non è certo determinante. I provider non hanno bisogno di triple-play o quad-play, ma al massimo quello che chiamiamo multi-play. Alle persone comuni non interessa se si tratta di IP, a loro importa disporre di servizi diversi e unici", ha spiegato  Paul Gainham, direttore europeo marketing service provider di Juniper. E in questo caso si tratta di canali personalizzati, contenuti variegati, interattività e possibilità di accesso da luoghi e dispositivi diversi.

L'indagine di Juniper ha coperto Italia, Olanda e Scandinavia - dopo aver analizzato Francia, Germania e Regno Unito. Il metodo è sempre stato lo stesso: un campione di 1000 persone, per nazione, solito all'utilizzo di TV e Web.

La questione di fondo è che l'IPTV vorrebbe approfittare della fine della TV analogica. Il problema è che se in Francia e Italia l'analogico sembra essere ancora di riferimento, negli altri paesi il passaggio al digitale terrestre, satellitare o cavo si è già praticamente compiuto. Un eventuale attacco ai cosiddetti incumbent sarebbe improponibile.