I contenuti dove sono?

La colpa è semplicemente degli operatori di telecomunicazioni: si preoccupano poco degli utenti, si sfidano solo a colpi di listini e prestazioni (non qualità), non badano ai contenuti.

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a cura di Dario D'Elia

I contenuti dove sono?

Secondo l'indagine molte persone guardano già i video online - in testa italiani e francesi - ma soprattutto news e contenuti auto-prodotti. "Sotto il punto di vista qualitativo non è una domanda allettante", ha dichiarato Gainham. "Lo sport non è gradito forse perché richiede alta qualità e perché è in real time".

Preoccupa inoltre la questione costi declinata sia in servizio che in apparecchiature compatibili. I service provider, inoltre non aiutano. Pensano soprattutto a tagliare listini e offrire velocità sempre più alte, ma senza badare alla qualità complessiva del servizio e alla tipologia di contenuti video proposti - sempre secondo i campioni intervistati.

"Le telco hanno certamente fatto un ottimo lavoro nel fare rendere le loro infrastrutture, ma dovrebbero imparare a pensare di più agli utenti. Finora gli outsider hanno innovato, e gli operatori di telecomunicazioni si sono limitati ad offrire i nuovi servizi", ha aggiunto Gainham. "Gli outsider sono i content provider o realtà come Google, MSN e Yahoo!. E dire che le telco avrebbero possibilità di fare bene, grazie anche al peso dei loro brand".

"Le persone sono convinte che i contenuti siano l'elemento chiave. Certamente non sono in disaccordo, ma credo che la questione sia più ampia - hai bisogno anche della connettività  e del diritto al consumo. Nessuno ha tutti e tre gli elementi, quindi tutti gli operatori hanno bisogno di stringere partnership in un modo o nell'altro", ha concluso Gainham.