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a cura di Alessandro Crea

Il mercato dei progetti di Industria 4.0 in Italia nel 2017 - tra soluzioni IT, componenti tecnologiche abilitanti su asset produttivi tradizionali e servizi collegati - ha raggiunto un valore compreso fra 2,3 e 2,4 miliardi di euro, di cui l'84% realizzato verso imprese italiane e il resto come export, mostrando una crescita del 30% rispetto allo scorso anno. Ai progetti 4.0 si somma poi un indotto di circa 400 milioni di euro in progetti "tradizionali" di innovazione digitale. Sono alcuni dei risultati della ricerca dell'Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina al convegno "Industria 4.0: Produrre, Migliorare, Innovare" che si è tenuto a Milano presso l'Auditorium di Assolombarda.

L'Industrial IoT (riferito alla sola componentistica per connettere i macchinari alla rete) si conferma la tecnologia 4.0 più diffusa, con un valore di circa 1,4 miliardi di euro (60% del mercato, +30% sull'anno precedente). A seguire Industrial Analytics con 410 milioni di euro (20% del mercato, +25%) e il Cloud Manufacturing con 200 milioni di euro (10% del mercato, +35%), ma fra le prime per crescita. L'8% del mercato è rappresentato da soluzioni di Advanced Automation (145 milioni di euro, +20%), mentre l'Advanced Human Machine Interface pur con un valore complessivo contenuto (circa 30 milioni di euro), è la prima per crescita rispetto allo scorso anno (+50%).

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Dai dati si evince anche un maggior livello di conoscenza su Industria 4.0: solo il 2,5% delle imprese dichiara di non conoscere il tema (due anni fa era quasi il 40%); il 15% è in fase esplorativa, mentre il 55% dichiara di aver già implementato soluzioni 4.0. Numeri che testimoniano il fermento dello scenario italiano di Industria 4.0, in cui si può dare ormai per assodato un buon livello di "alfabetizzazione" sulle tecnologie di base (in media il 90% delle imprese conosce le singole Smart Technologies).

Molto positivo appare anche l'impatto del Piano Nazionale Industria 4.0: su un campione di 236 imprese, il 92% ne conosce le misure (l'84% un anno fa), la metà dichiara di aver già usufruito di forme di iper e superammortamento per il rinnovo dei propri asset e una su quattro ha intenzione di farlo a breve. La distribuzione degli investimenti che sfruttano queste forme di incentivo è variegata, con il 25% delle imprese che ha investito più di tre milioni di euro e il 20% che ha destinato meno di 200mila euro. Con riferimento al credito d'imposta previsto per la formazione 4.0, sei aziende su dieci dichiarano che ne vorranno usufruire.

"Negli ultimi due anni il mercato della digitalizzazione industriale è quasi raddoppiato, spinto da una politica industriale moderna e rafforzato dagli incentivi, mentre la consapevolezza di Industria 4.0 e la conoscenza delle nuove tecnologie sono ormai diffuse in quasi tutte le realtà produttive del Paese", hanno spiegato Alessandro Perego, Andrea Sianesi e Marco Taisch, Responsabili Scientifici dell'Osservatorio Industria 4.0. "Ora è necessario che ogni impresa allinei questa maturità digitale ai propri obiettivi di business, partendo dal fatto che le nuove tecnologie sono il fondamento di Industria 4.0 e non il suo punto di arrivo, ripensando processi e modelli organizzativi nel difficile equilibrio tra gestione operativa, miglioramento continuo e innovazione radicale".

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Sono quasi 900 le applicazioni 4.0 dichiarate dalle 236 imprese analizzate, per una media di 3,7 applicazioni adottate per ciascuna, distribuite nelle tre aree dei processi aziendali: Smart Lifecycle (sviluppo prodotto, gestione del ciclo di vita e gestione dei fornitori), Smart Supply Chain (pianificazione dei flussi fisici e finanziari) e Smart Factory (produzione, logistica, manutenzione, qualità, sicurezza e rispetto norme). Le tecnologie abilitanti che stanno guidando la trasformazione delle imprese italiane, diffuse in tutte le tre aree di processo, sono Industrial IoT e Industrial Analytics, che insieme rappresentano circa il 40% delle applicazioni dichiarate.

Secondo il sondaggio condotto dall'Osservatorio Industria 4.0, il 50% delle imprese dichiara di aver già concluso o avviato una valutazione delle competenze 4.0 e più di una su quattro (26%) ha intenzione di farlo in futuro. La valutazione interessa tutte le funzioni aziendali (la produzione in particolare) e tutte le figure presenti in azienda, dagli operai ai manager fino all'imprenditore. Da queste analisi emergono 5 competenze principali necessarie per abilitare la trasformazione 4.0: applicazione lean manufacturing 4.0, gestione della supply chain digitale, cyber-security, manutenzione smart e relazione persona/macchina.

In media, circa il 30% delle aziende dichiara di sentirsi preparata per affrontare l'Industria 4.0; tra le rimanenti, il 24% di queste intende colmare il divario attraverso la formazione del personale e l'11% acquisendo le competenze mancanti all'esterno, mentre una minoranza afferma che l'azienda si è già dotata di un piano strutturato per la formazione o la selezione delle competenze 4.0.

Industria 4 0

Prima di avventurarsi nella quarta rivoluzione industriale, è importante che le imprese capiscano qual è il loro punto di partenza. L'Osservatorio ha sviluppato un modello (DREAMY, Digital REadiness Assessment MaturitY model) per valutare la maturità digitale dei processi che più di tutti concorrono alla creazione del valore, in termini di capacità di esecuzione, monitoraggio e controllo, organizzazione e utilizzo di tecnologie ICT dei processi di ingegneria di prodotto e di processo, gestione della produzione, qualità, manutenzione, logistica e supply chain.