La Legge di Wright è più precisa di quella di Gordon Moore

Secondo un gruppo di studiosi del Santa Fe Institute, la Legge di Wright è più precisa nel descrivere gli avanzamenti tecnologici rispetto a quella di Moore.

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a cura di Manolo De Agostini

La Legge di Moore, quella di Koomey e ora quella di Wright. Da sempre si cerca di prevedere cosa avverrà in futuro e poiché l'uomo non è stato ancora dotato oggetti o poteri magici, crea modelli basandosi sul passato per ottenere previsioni a breve e lungo termine sull'evoluzione di molteplici settori, e di conseguenza fare investimenti mirati.

In campo tecnologico uno dei capisaldi è la Legge di Moore, formulata dal cofondatore di Intel nel 1965 e nel corso del tempo evoluta fino alla sua forma finale. "Le prestazioni dei processori, e il numero di transistor a esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi". Una frase che ha trovato conferma nel corso dell'evoluzione dei computer e dei dispositivi elettronici in generale.

Secondo studiosi del Santa Fe Institute (SFI) la Legge di Moore sarebbe però meno precisa della Legge di Wright. "Il costo di un'unità diminuisce in funzione della produzione complessiva", scriveva Theodore P. Wright nel 1936 in un articolo chiamato "Fattori che influenzano il costo degli aerei". Questa legge non solo anticiperebbe quella di Moore, ma sarebbe più adatta a descrive l'evoluzione tecnologica nel mondo elettronico e persino in altri settori.

Per giungere a questa conclusione gli studiosi hanno osservato il costo del dollaro su base storica per sessantadue diverse tecnologie. In questo grande insieme di dati - che copre archi di tempo da 10 a 39 anni, a partire dal 1930 fino al 2009 - c'erano statistiche sull'hardware, come i transistor e la DRAM, ma anche prodotti nel settore chimico, energetico e persino sulla birra.

Successivamente hanno messo a confronto diversi modelli di previsione tecnologica, tra cui appunto la Legge di Wright e quella di Moore. Dopo un attento confronto è emerso che l'alta tecnologia ha più cose in comune con quella "bassa" e l'evoluzione dei prezzi è sancita dalle stesse regole. "Non è possibile quantificare le prestazioni di una tecnologia con un singolo numero. Un computer, ad esempio, è contraddistinto da velocità, capacità di archiviazione, dimensioni e costo, così come altre caratteristiche immateriali come l'estetica. Un'automobile può essere più veloce mentre un'altra meno costosa", hanno affermato gli studiosi.

L'analisi si è concentrata perciò su una singola variabile, il costo, e nello specifico il prezzo al netto dell'inflazione di una singola "unità". Riformulando quindi la Legge di Moore in base ai dettami di Wright, e traducendo la potenza di calcolo in un'unità di costo, si passa dal dire che "la potenza di calcolo raddoppia ogni 18 mesi" a "il costo del transistor cala del 50% ogni 1,4 anni".

Un'affermazione che, secondo gli studiosi, non solo è più precisa dell'originaria in base ai dati, ma si è dimostrata valida per un lasso di tempo maggiore. "Quando la produzione aumenta in modo esponenziale, le Leggi di Moore e Wright offrono risultati simili, ma quella di Wright si è dimostrata valida su periodi di tempo più lunghi. Ironia della sorte la legge di Moore non ha ben figurato nella previsione del prezzo dei transistor; il rapido aumento della densità nei chip e il numero crescente di chip prodotti hanno creato un aumento super-esponenziale della produzione complessiva a cui si adatta meglio la Legge di Wright di quella di Moore", riporta IEEE Spectrum.

Benché leggi come queste aiutino, non è detto che nemmeno la Legge di Wright possa servirci a capire cosa avverrà in futuro: le leggi nascono e muoiono, come gli uomini. E il progresso tecnologico, per quanto si possa prevedere, a volte fa balzi giganteschi in un lampo, andando ben oltre le più rosee previsioni. Tra qualche anno perciò Moore, Wright e Koomey potrebbero diventare solo un ricordo.