La maschera di Anonymous è un business in declino

Tra il 2010 e il 2011 il più importante distributore di maschere di Guy Fawkes piazzava circa 100mila pezzi all'anno, adesso il business si è raffreddato. Urgono nuove proteste di piazza anche per far quadrare i conti.

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a cura di Dario D'Elia

La maschera di Anonymous nasconde un business inaspettato: centinaia di migliaia di dollari, forse milioni che si spartiscono il produttore, Time Warner e Amazon. Il Corriere della Sera oggi svela la vicenda economica che riguarda la mascherina di V, il protagonista di " V per Vendetta". Il cult movie tratto dalla graphic novel scritta da Alan Moore.

Maschere di Guy Fawkes

Com'è risaputo il protagonista si oppone a un regime oppressivo, mascherando il suo volto con quello di Guy Fawkes, il rivoluzionario inglese che tentò di assassinare con un'esplosione Re Giacomo I d'Inghilterra. Ebbene, la nota mascherina, simbolo di Anonymous e non solo, tra il 2010 e il 2011 ha generato ingenti ricavi. Durante Occupy Wall Street raggiunse il massimo di visiblità.

Adesso però uno dei più noti produttori, Rubie's Costume di New York, versa in difficoltà. Ai tempi ne piazzava anche 100mila all'anno, contro una media di 5mila dei modelli più richiesti. Il prezzo all'ingrosso era di 6 dollari, e ovviamente trattandosi di un prodotto Made in China o Mexico il margine era altissimo.

Oggi si attende un'altra ondata di proteste per far quadrare i conti. Ne guadagnerebbero la famiglia Beige (del Rubie's Costume e le sue filiali in 14 paesi), Amazon (il più grande rivenditore online) e Time Warner che detiene i diritti sul film.

"Anonymous, ricordati degli amici! Ricordate di chi t'ha voluto bene!"

"Anonymous, ricordati degli amici! Ricordate di chi t'ha voluto bene!", avrebbe detto il Francesco Rutelli di Guzzanti.