La tariffa elettrica bioraria è un flop: nessun risparmio

ADUC ha scoperto che le tariffe biorarie non portano risparmio. La differenza tra le due fasce è minima, mentre qualche anno fa era al 30%. Il motivo si deve probabilmente al massiccio ingresso delle fonti rinnovabili nell'orario diurno che avrebbe comportato una diminuzione del prezzo dell'energia in tale fascia.

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a cura di Dario D'Elia

ADUC ha scoperto che le tariffe biorarie si stanno dimostrando un flop colossale per gli utenti: non c'è stata alcuna convenienza. Com'è risaputo per i clienti del mercato vincolato la tariffazione bioraria è passata da facoltativa ad obbligatoria a partire dal 1/7/2010, per effetto di varie delibere dell'Autorità garante per l'energia ed il gas (AEEG).

Sono previste due fasce: F1, la più costosa, attiva dalle ore 8:00 alle 19:00 dei giorni feriali, e F2 e F3, più economica, attiva nei giorni feriali dalle 19:00 alle 8:00, il Sabato, la Domenica e i giorni festivi.

Rivoluzione bioraria

Si parlava di un'introduzione graduale con tariffe biorarie transitorie per un certo periodo (dal 1/7/2010 al 31/12/2011) con differenze tra le due fasce non superiori al 10% - di fatto intorno all'8%. Il consiglio per risparmiare era di concentrare nella fascia più economica almeno il 60% dei consumi. Da dicembre 2011 la differenza tariffaria sarebbe dovuta aumentare, favorendo il risparmio a seguito di comportamenti responsabili.

"Così non è stato. O meglio, la tariffa che prima era a richiesta ha sì preso il posto di quella transitoria diventando così a regime, ma nel frattempo la differenza tra le sue due fasce orarie era passata dal 30% all'8,49%. Da quel momento è addirittura scesa al 6,41% (ultimo trimestre 2012) per poi arrivare, ad aprile 2013 al 7,89%, con un solo picco al 13% (secondo trimestre 2012)", sottolinea l'Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori.

In pratica non c'è stata alcuna convenienza. Il motivo sembrerebbe essere legato al "massiccio ingresso delle fonti rinnovabili nell'orario diurno che avrebbe comportato una diminuzione del prezzo dell'energia in tale fascia". I costi dell'energia prodotta da fonti tradizionali invece avrebbero subito un forte aumento nelle fasce serali.

La soluzione definitiva per risparmiare

Appare come un paradosso, ma non è finita qui. Perche sempre secondo ADUC "si potrebbe ipotizzare che consumando maggiormente energia nella fascia oraria diurna si costringerebbe il mercato ad abbassare ulteriormente il costo, con ulteriore risparmio e benefici anche in termini ecologici (CO2)".

Insomma, la morale è che l'attenzione nei confronti delle fasce orarie forse non è più giustificata. O meglio: con tutto l'impegno possibile non si ottengono i risparmi sperati.

"All'AEEG, invece, lanciamo l'invito di tener sotto controllo i prezzi del mercato e non farci perdere i vantaggi acquisiti grazie al forte incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili e di ripensare di conseguenza la tariffazione, magari eliminando la tariffazione bioraria", conclude la nota ADUC.

Il nostro consiglio è di affidarsi a siti comparativi come ad esempio SOS Tariffe.it, Facile.it e SuperMoney.eu. Se i consumi continuano a concentrarsi nella fascia più cara tanto vale scegliere una tariffa monoraria più conveniente.