La tecnologia usa troppa acqua, comincia a essere un serio problema

L'industria dei chip e l'elaborazione AI stanno aumentando il consumo d'acqua, sollevando preoccupazioni ambientali ed economiche.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'industria tecnologica, con la sua crescente dipendenza dai chip e dai modelli di intelligenza artificiale (IA), si trova di fronte a una sfida sempre più pressante: il consumo eccessivo di acqua. Un recente rapporto di S&P Global evidenzia come il settore dei semiconduttori, in particolare, stia aumentando il suo utilizzo di risorse idriche, con un tasso di crescita che può raggiungere anche il dieci percento annuo. 

Questo fenomeno non solo solleva preoccupazioni per la sostenibilità ambientale, ma anche per la stabilità economica del settore. Secondo S&P Global, infatti, la mancanza d’acqua nei prossimi anni potrebbe mettere in crisi più di un’azienda. 

Uno dei fattori chiave di questa crescente preoccupazione è la localizzazione delle fabbriche di chip. Molti dei principali produttori operano in regioni già soggette a problemi di scarsità idrica. Ad esempio, TSMC, il produttore di chip più grande al mondo, ha la maggior parte delle sue fabbriche a Taiwan, un'isola con risorse idriche limitate e soggetta a cambiamenti climatici sempre più estremi. Inoltre, le fabbriche di chip richiedono una grande quantità di acqua ultrapura per i processi di produzione, e con l'avanzamento tecnologico e la miniaturizzazione dei chip, questa domanda continua a crescere.

Il rapporto di S&P Global mette in luce anche il potenziale impatto finanziario di questa situazione. Se i produttori di chip non riescono a gestire adeguatamente il loro approvvigionamento idrico, potrebbero verificarsi interruzioni nella produzione, con conseguente aumento dei prezzi dei chip e costi aggiuntivi per i clienti. Questo potrebbe avere ripercussioni su scala globale, dato che molte catene di approvvigionamento IT dipendono da un numero limitato di produttori di chip chiave.

Inoltre, la crescente domanda di elaborazione AI sta esercitando ulteriore pressione sul consumo d'acqua. I datacenter, necessari per supportare l'elaborazione intensiva richiesta dai modelli di IA, richiedono grandi quantità di acqua per il raffreddamento delle infrastrutture. 

La situazione si sta già riflettendo in decisioni concrete. Ad esempio, in Cile, Google ha visto ritardata l'autorizzazione per la costruzione di un nuovo datacenter a causa delle preoccupazioni riguardo al consumo d'acqua. L’azienda dovrà presentare una richiesta aggiornata che tenga in considerazione anche questo aspetto. 

In conclusione, il crescente utilizzo di acqua da parte dell'industria tecnologica, sia nel settore dei semiconduttori che nell'elaborazione AI, rappresenta una sfida complessa e multifattoriale. Non si tratta solo di assicurare che le fabbriche e i data center continuino a funzionare senza interruzioni, ma anche di garantire che l’acqua sia gestita per ciò che è: una risorsa fondamentale che non è inesauribile, e che rappresenta la base stessa della vita sul pianeta. Un pianeta dove 2 miliardi di persone non hanno ancora un facile accesso all’acqua potabile. 

Dobbiamo assicurarci che tutte le persone possano avere l’acqua di cui hanno bisogno, e dobbiamo far sì che anche le aziende tech (e non solo) vedano soddisfatto questo bisogno.