La verità nel mezzo

La legge sul diritto d'autore permette la libera la pubblicazione di mp3 sulle reti peer to peer? Sì, no, forse. Il confuso testo della legge non aiuta.

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a cura di Tom's Hardware

La verità nel mezzo

Da un lato, infatti, non si capisce che cosa si intenda per musiche "degradate": c'è chi sostiene che il termine, inteso tecnicamente, abbia un significato ben chiaro, tale da ricomprendere sicuramente gli mp3. Altri hanno sottolineato un aspetto diverso: tecnicamente parlando, qualsiasi sistema o formato di registrazione o riproduzione del suono comporta un certa, seppur minima, degradazione dello stesso - e questo varrebbe perfino per  la musica in qualità CD, come affermano già da tempo i sostenitori del Super Audio CD. Si potrebbe quindi paradossalmente concludere che il comma in questione si riferisce a qualsiasi tipo di registrazione musicale. Dal momento che questo ci sembra francamente un po' troppo, in base a quale metro stabilire ciò che è degradato e ciò che non lo è? La domanda è aperta, in attesa di ulteriori precisazioni da parte del Legislatore.

Ancora, potrebbe essere molto difficile sostenere e dimostrare (soprattutto se ci si sta difendendo in tribunale, a seguito di denuncia…) di aver "pubblicato" mp3 protetti da diritto d'autore per uso didattico o scientifico, tanto più che la legge rinvia ad un futuro decreto la definizione dei loro limiti (fermo restando che l'eventuale utilizzo delle immagini o della musica a scopo di lucro esclude l'applicabilità della norma). A poco vale appellarsi alla Costituzione, sostenendo che eventuali e futuri limiti alla definizione degli usi didattici e scientifici sarebbero in contrasto con il suo art. 33 (che sancisce la libertà d'insegnamento): la Costituzione non dice certo che sono liberi tutti i comportamenti illeciti (compresa la diffusione di mp3 sulle reti P2P) purché li si auto-proclami far parte di un proprio e personale metodo d'insegnamento oppure perché finalizzati a uso scientifico!

Ma, allora, quali sono i limiti entro cui è possibile appellarsi ad un uso didattico o scientifico? Ce lo dirà appunto (si spera!) il decreto sopra menzionato, di cui per ora nessuno conosce il contenuto (a parte - a suo dire - Enzo Mazza, al quale curiosi porgiamo l'invito a "condividerlo" al più presto).