Le email private di Hillary Clinton, una di noi

L'ex capo della diplomazia statunitense Hillary Clinton, probabile candidata alle presidenziali del 2016, inciampa sull'email. Ha usato quella privata, dopo aver imposto a tutti i dipendenti di non farlo. E la sicurezza?

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a cura di Pino Bruno

Speriamo almeno che la password non fosse "123456", oppure "password", ovvero tra le più usate (anche) dagli americani. Già, perché scoprire che la potentissima Hillary Clinton, ex capo della diplomazia statunitense e probabile candidata alle presidenziali del 2016, usava un account privato di posta elettronica anziché quello – blindatissimo – del Dipartimento di Stato, è a dir poco sconcertante. E poco aggiungono a tale grave leggerezza le scuse pubbliche fornite ieri.

Hillary Clinton

Così Hillary Clinton ai giornalisti:

Perché ho conservato le mie email in un server personale anziché depositarle su quello del Dipartimento di Stato? Per comodità. Perché ho usato un sistema controllato dalla mia famiglia? Perché mi sembrava più semplice. Meglio avere tutto su un solo telefonino anziché su due dispositivi.

Disarmante, vero? Fosse stata una cittadina "normale", non saremmo qui a scrivere. Che lo abbia fatto il Segretario di Stato del paese più potente del mondo, ovvero la persona che trattava segreti globali, fa rimanere sbigottiti. Alcuni osservatori fanno notare che l'account postale clintonemail.com, ospitato da Network Solutions, sarebbe stato comunque ben protetto, ma il punto è un altro. Capi di Stato, governanti e depositari di informazioni riservate non dovrebbero mai abbassare la guardia sulla sicurezza informatica.

Non si può predicare (più o meno) bene e razzolare male, come ha fatto la stessa Hillary Clinton nel 2011: in una circolare inviata a tutti i dipendenti del Dipartimento di Stato, intimava di non usare account postali personali per trattare affari di lavoro e di cambiare spesso la password. Insomma, perché meravigliarsi se il whistleblower Edward Snowden rende pubblici documenti segreti che rivelano i dettagli della sorveglianza planetaria messa in atto dagli Stati Uniti?

Certo, l'ex Segretario di Stato getta acqua sul fuoco, dice: "non ho mai tenuto per me informazioni top secret e tutti i dialoghi con membri dell’Amministrazione sono rimasti negli archivi pubblici perché registrati dai server dei miei interlocutori", ma le perplessità restano tutte.

Una vicenda che ci mostra il lato umano di una inflessibile donna di potere, che non usa la posta elettronica del Dipartimento di Stato perché è scomoda, troppo complicata e poi perché non vuole portarsi dietro due telefonini. L'ex Segretario di Stato in fondo potrebbe essere incappata in quella trappola che gli esperti di comunicazione definiscono Consumerization, cioè il rifiuto degli strumenti informatici aziendali, spesso ritenuti poco usabili. 

Hillary Clinton, una di noi.