L'e-G8 si chiude con un nulla di fatto purtroppo

L'e-G8 ha svelato le posizioni in campo, ma non è riuscito a trovare un compromesso sui temi chiave del momento. Probabilmente in futuro si otterranno più risultati, ma è certo che le imprese per ora hanno un peso preponderante nel dibattito.

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a cura di Dario D'Elia

L'e-G8 di Parigi si è da poco concluso senza ancora un documento finale sui temi più caldi del momento: neutralità della Rete, privacy e diritto d'autore. Più che una due giorni di confronto è sembrata un'occasione per valutare le forze in campo. Il Presidente Sarkozy ha mostrato i muscoli, forte della sua legge anti-P2P e della sua determinazione nel puntare a nuove (e più ferree) regole da applicare alla Rete. "Il messaggio principale che porteremo ai leader del G8 è che Internet rappresenta uno straordinario strumento per lo sviluppo della crescita e dell'occupazione. E di questo devono tenere conto", ha dichiarato l'organizzatore dell'evento Maurice Levy.

Guardare sempre avanti cum grano salis

''Incasso tutte le critiche. Era la prima volta. Abbiamo dovuto organizzare tutto in grande velocità. Ma credo che sia stato un successo. E possiamo migliorare''.

L'e-G8 a questo giro si è particolarmente concentrato sulle esigenze dei big del settore. Secondo Luca Ascani, amministratore delegato di Populis, il motivo è semplice. "È meglio che siano loro a dettare le regole piuttosto che i governi a regolamentare Internet. Sarebbe la fine, spero non accada mai. Google, Facebook, E-bay, sono loro che fanno le leggi e che regolano il gioco. È un rischio ma sono innovativi".

Magari durante la prossima edizione saranno ascoltate le voci degli esclusi: associazioni dei consumatori, organizzazioni per le libertà digitali, movimento pirata, associazioni di hacker, etc.