L'elettrone dimezzato, un romanzo avvincente da non perdere

Un romanzo avvincente e appassionante, che racconta la storia vera di due uomini che si sono dati battaglia per il progresso scientifico. Fortemente consigliato per chi legge romanzi e non ama i testi tecnici, e per i tecnici che possono scoprire l'umanità dietro alle loro scoperte.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Questa notte non ho chiuso occhio. "Chi se ne importa" direte voi, in realtà il motivo ha a che vedere con un libro. Ieri pomeriggio il corriere mi ha consegnato una copia de "L'elettrone dimezzato" e come faccio sempre, più per curiosità che con la precisa intenzione di imbarcarmi in una sessione di lettura "impegnata", ho letto di sfuggita la prima pagina.

Di saggi scientifici ne ho letti a centinaia, bene o male so che cosa aspettarmi dalle prime pagine; questo libro mi ha spiazzato: mi sembrava di avere per le mani un racconto di narrativa con la copertina "sbagliata"! Il problema è che era scritto molto bene, quindi sono andata avanti a leggere.

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Non mi sono accorta che era arrivata ora di cena, e quando mia figlia me l'ha fatto notare mi sono ritrovata a spignattare con il libro in mano. A fine cena pure lei si è messa a leggere perché ormai sa che quando faccio così qualsiasi protesta è inutile. Solo che lei a un certo punto ha ceduto al sonno, io non ho mollato fino a quando non ho letto la pagina 220.

Quando mi sono svegliata ho pensato che avevo avuto per le mani il regalo di Natale che mette d'accordo un po' tutti, dal parente appassionato di fantascienza all'amica delle 50 sfumature di grigio. Beh forse ho estremizzato un po', ma il concetto è che questo libro è un capolavoro. Per capirlo partiamo dall'autore, Gianfranco D'Anna, un ricercatore di alto livello in Fisica, insegnante e appassionato di scrittura. La sua competenza in materia è assodata, così come la sua capacità narrativa, che sfata una volta per tutte il (falso) mito secondo cui un valido scienziato debba essere un pessimo scrittore. Dello stesso autore avevo letto con grande soddisfazione "Il neutrino anomalo", che mi ha portato fuori strada con le aspettative su L'elettrone dimezzato. Il primo un ottimo saggio di Fisica, il secondo un romanzo.

Del resto la storia che Gianfranco D'Anna ha deciso di trattare porta ad essere romanzata: si parla della scoperta dell'elettrone. Una particella che diamo per scontata da talmente tanto tempo che le storie che la riguardano hanno quasi perso di fascino. Per inciso nemmeno io mi metterei a leggere con entusiasmo un intero libro su questo argomento. Ho cambiato idea con L'elettrone dimezzato che sì, narra della dura battaglia intellettuale che vide contrapposti il fisico austriaco Felix Ehrenhaft e quello statunitense Robert Millikan. Ma lo fa all'interno di un romanzo.

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Felix Ehrenhaft

La scelta è azzeccata sotto diversi punti di vista. Sicuramente D'Anna non ha avuto vita facile con la scelta di due protagonisti anonimi per la maggior parte delle persone comuni. Concorderete che parlare di Einstein e Schrödinger è molto più semplice, ma anche meno stimolante. Incentrare un romanzo su un personaggio celebre risparmia la fatica di presentarlo e descriverlo, al contrario puntare su due figure poco note o sconosciute comporta l'impegno di dover far capire tutto di loro. È qui che si vede la prima idea geniale: l'autore si gioca le vite di Ehrenhaft e Millikan schivando la biografia e romanzandole, con mogli, amici, colleghi e tutto il contorno che ciascuno di noi ha.

L'occasione è ghiotta per costruire due personaggi che hanno una casa, un ménage familiare, un posto di lavoro e abitudini del tutto normali (in questo caso per l'epoca, fine anni '20). Un punto di partenza da cui inizia a pensarci bene la maggior parte dei romanzieri che s'inventa personaggi e luoghi. Soprattutto che hanno un carattere - schivo o cordialmente aperto - un codice etico (lealtà, correttezza) e che siano più o meno portati all'ambizione.

Quello che ne risulta è la storia di due uomini, due persone all'apparenza qualunque, che hanno fatto qualcosa di speciale. La qual cosa D'Anna non ha avuto bisogno di inventarla, gli è bastato attingere dalla storia - quella vera. Ed è così che è nato un romanzo che intreccia la realtà storica con la narrativa, in cui l'autore ha messo la sua competenza in Fisica intrecciandola abilmente con umori, contrapposizioni ideologiche, prese di posizione, intrighi e ossessioni che insieme hanno portato a uno scontro epocale, a cui peraltro non si sa se la storia abbia del tutto fatto giustizia. L'elettrone dimezzato quindi non ha alcuna attinenza con la scoperta di Sergei Isakov pubblicata a inizio anno su Science, ma riguarda letteralmente l'oggetto del contendere, una scoperta divisa in due e contesa da entrambi gli scienziati. E che ha portato Millikan ed essere insignito del premio Nobel per la Fisica nel 1923.

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Gianfranco D'Anna

Il prestigioso riconoscimento però non chiuse del tutto la disputa, perché lo stesso Einstein nel 1940 scrisse: "Per quanto riguarda i suoi risultati sulla carica elementare, non credo nei risultati numerici di [Ehrenhaft], ma credo che nessuno abbia una chiara idea delle cause che producono le apparenti cariche sub-elettroniche che ha trovato nelle indagini accurate".

Un libro più umano che tecnico, in cui le personalità e le situazioni appassionano più dell'oggetto del contendere, che diventa un collante indispensabile ma non un protagonista ingombrante. Ecco perché può piacere a tutti: allo scienziato può essere sfuggita questa parte della storia, a chi non è appassionato di Scienza piaceranno gli intrighi e le vicissitudini di due uomini dei primi del '900 che si danno battaglia. Per chi ama i romanzi e basta questo è un vero romanzo.

Dategli una possibilità, non ve ne pentirete.

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Tom's Consiglia

Se preferite libri poco tecnici, ma comunque a tema scientifico, un'altra ottima scelta è Il senso delle cose di Richard Feynman. Imperdibile!