L'IA entra nei Marines: le nuove reclute saranno cani robot lanciarazzi

Le nuove reclute dei Marines sono quadrupedi robot dotati di sistemi di puntamento automatico, ma necessitano di supervisione umana per sparare.

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a cura di Giulia Di Venere

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Il comando delle forze per operazioni speciali del Corpo dei Marine degli Stati Uniti (MARSOC) sta valutando una nuova generazione di "cani" robotici sviluppati da Ghost Robotics. Questi veicoli a quattro zampe, noti come Q-UGVs, sarebbero equipaggiati con sistemi di armamento forniti dall'azienda di tecnologia difensiva Onyx Industries.

Sebbene il MARSOC stia testando i Q-UGVs per varie applicazioni, tra cui ricognizione e sorveglianza, l'idea di armarli per ingaggi a distanza sta catalizzando un'attenzione particolare. Questi robot stanno venendo esaminati per determinare se possono essere impiegati con sistemi d'arma di Onyx basati sul SENTRY Remote Weapon System (RWS), un sistema dotato di intelligenza artificiale capace di rilevare e tracciare automaticamente individui, droni o veicoli, segnalando obiettivi potenziali a un operatore umano remoto.

La peculiarità del sistema SENTRY sta nel mantenere sempre un contatto umano per le decisioni di fuoco, escludendo la possibilità di una decisione autonoma di sparare da parte del robot. Questo, assicura Onyx Industries, rispetta pienamente le politiche del Dipartimento della Difesa sui sistemi d'arma autonomi.

La possibile introduzione dei cani robotici armati riflette un crescente interesse verso i piccoli veicoli terrestri non umani per uso militare. A differenza dei veicoli aerei non umani (UAVs), che da decenni effettuano attacchi letali sotto comando umano, l’avvento di quadrupedi robotici economici apre nuove possibilità di sperimentazione militare.

La tecnologia è ancora in fase di test ed evaluazione, ma i Q-UGVs potrebbero fornire capacità di ricognizione e sicurezza che ridurrebbero i rischi per il personale umano in ambienti pericolosi. Il dibattito su questi robot si intensifica se si considera però la potenziale proliferazione di sistemi d'arma remoti anche al di fuori del contesto militare, ad esempio nell'ambito delle forze di polizia domestica. L'uso di robot armati pone interrogativi significativi riguardo al futuro della guerra, alle implicazioni etiche e ai rischi legati all'incremento dell'autonomia dei sistemi d'arma.

Un'ulteriore preoccupazione riguarda la crescente autonomia che queste tecnologie potrebbero acquisire nel tempo. Nonostante le rassicurazioni di alcuni settori militari e industriali su un coinvolgimento umano continuativo nelle decisioni di attacco, l’evoluzione dell'autonomia guidata dall'intelligenza artificiale solleva interrogativi su quanto a lungo questa partecipazione umana potrà essere mantenuta.