LibreItalia: nasce la prima comunità italiana di LibreOffice

Inaugurata LibreItalia, la prima comunità italiana di LibreOffice. Tutti coloro che vogliono contribuire possono partecipare nel rispetto del valore dell'indipendenza e della licenza copyleft.

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a cura di Dario D'Elia

Nasce LibreItalia, la prima comunità italiana di LibreOffice. Il noto software di produttività open source, firmato da The Document Foundation e nato dal fork di OpenOffice.org, a distanza di quasi un anno dalla prima versione stabile ormai vanta milioni di estimatori. Per altro è la suite per ufficio presente in molte distribuzioni Linux come Ubuntu, Fedora3, Debian, Mint e  OpenSUSE.

Con la comunità italiana ci si aspetta un ulteriore salto in avanti: non a caso presto diventerà anche un'associazione di volontariato senza fini di lucro, con uno statuto che riflette quello di The Document Foundation.

LibreOffice

"Quando abbiamo concepito The Document Foundation volevamo una comunità finalmente indipendente dall’egemonia di una sola azienda, perché era un desiderio condiviso dalla comunità internazionale (e dalle maggior parte delle comunità nazionali)", scrive Italo Vignoli, direttore di Document Foundation.

"È stata una scommessa, di cui sono orgoglioso. Un piccolo gruppo di matti – in totale, una ventina di persone – che ha fatto quello che solo in pochi avrebbero avuto il coraggio di fare: raccogliere un'eredità molto pesante come quella di OpenOffice.org e trasformarla in un progetto veramente indipendente, capace di attrarre aziende e individui sulla base di uno spirito di trasparenza, condivisione, democrazia e meritocrazia che riflette i principi più autentici del software libero".

The Document Foundation effettivamente è un esempio di indipendenza poiché è una fondazione di diritto tedesco con un Board of Directors eletto dai membri. Gli sponsor com'è risaputo sono grandi marchi come Canonical, Google, Intel, RedHat e SUSE.

Ovviamente l'inaugurazione di LibreItalia è un segno di accoglienza verso "tutti coloro che vogliono contribuire sulla base dei due principi che i fondatori stessi hanno posto alla base del progetto". Ovvero l’indipendenza (nessuna organizzazione può avere più del 30% dei voti all’interno del progetto) e la licenza copyleft.