L'Italia blocca 27 portali per pirateria: sequestro record

Il GIP di Roma a seguito di una denuncia di pirateria legata al film "Un mostro a Parigi" ha deciso di procedere con il blocco DNS di 27 portali fra cui Nowvideo, Nowdownload, Videopremium, Rapidgator, Bitshare, Cyberlocker, Clipshouse e Uploaded. Si parla anche di sequestro.

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a cura di Dario D'Elia

L'Italia ha bloccato Nowvideo, Nowdownload, Videopremium, Rapidgator, Bitshare, Cyberlocker, Clipshouse, Uploaded e altri 19 portali per diffusione di materiale pirata. In verità, come riportato oggi sulle pagine del Fatto Quotidiano l'avvocato Fulvio Sarzana, si tratta di un'operazione legata a un unico film.

Il lungometraggio d'animazione "Un mostro a Parigi" (Un monstre à Paris) uscito in Italia il 22 novembre 2012 - ma disponibile sul mercato dal 12 ottobre 2011 - è finito immediatamente nei circuiti pirata e convinto la sua società di distribuzione a rivolgersi alla Procura della Repubblica di Roma. Il 27 febbraio è stata depositata la denuncia, dopodiché sono scattate le indagini.

Un mostro a Parigi

È bastato un mese alla Polizia Postale per raccogliere sufficiente materiale utile al Pubblico Ministero per dimostrare la gravità del reato, ovvero diffusa violazione delle norme sul copyright. Il GIP di Roma, stando a quanto riporta Sarzana, avrebbe accettato la richiesta di oscuramento dei domini e blocco dei DNS dei siti coinvolti. Si parla di 27 piattaforme diverse, praticamente le più famose del Web.

A quanto ci risulta l'operazione dovrebbe essere ancora in atto, poiché solo per alcuni siti abbiamo riscontrato il blocco dei DNS - per altro, com'è risaputo, facilmente aggirabile. Per quanto riguarda il vero e proprio oscuramento probabilmente ci vorranno tre o quattro giorni.

In ogni caso siamo di fronte a una richiesta di sequestro record, che è seconda solo all'operazione condotta dell'Homeland security Statunitense il 26 novembre 2010 ai danni di 70 portali.

RapidGator

L'avvocato Sarzana, che più volte si è battuto per il rispetto dei diritti digitali, sottolinea che anche in questa operazione c'è qualcosa di anomalo. "La società  denunciante avrà naturalmente le sue buone ragioni, ma ci si chiede il perché 27 portali che raggruppano milioni e milioni di utenti siano stati resi inaccessibili nella loro interezza", scrive su Il Fatto Quotidiano.

"Forse perché è stato scoperto un giro illecito di denaro? Come si pensava nel caso Megaupload? Perché si ponevano in commercio sostanze proibite? Perché le stesse avevano a che fare con un giro di sfruttamento della prostituzione minorile? No, o, almeno questo non appare  dal sequestro, che è stato adottato perché un solo film sarebbe presente tra i milioni di files presenti nei suddetti portali. Uno solo".

Giustamente bisogna far notare che il totale blocco mette nei guai anche migliaia di utenti che nulla hanno a che vedere con le condotte illecite, e che si sono limitati ad acquistare un servizio premium di scambio file di grandi dimensioni o archiviazione dati su cloud.