L'obbligo di rettifica è stato blindato, tremate

Il presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, ha chiuso la porta agli emendamenti degli onorevoli Cassinelli (PDL) e Zaccaria (PD). L'obbligo di rettifica, presente nel decreto intercettazioni, non fa differenza tra testate giornalistiche e blog.

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a cura di Dario D'Elia

L'obbligo di rettifica presente nel decreto intercettazioni sarà applicato a tutti i siti Web, a prescindere dalla tipologia. Il presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, ha ritenuto inammissibili anche gli emendamenti che si proponevano di distinguere gli obblighi delle testate giornalistiche da quelli dei siti amatoriali e blog.

Il presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno

Le proposte di Cassinelli (PDL) e Zaccaria (PD) sono state escluse per non compromettere "le prerogative della Camera rispetto alle modifiche sostanzialmente apportate dal Senato". La giustificazione del presidente Bongiorno è criptica ma rispettosa delle procedure e della Legge.

A questo punto (in caso di approvazione della Legge) tutti i siti Web saranno soggetti, in caso di richiesta dalla parte lesa, a un obbligo di rettifica entro 48 ore dalla pubblicazione. Il rischio sarà di incorrere in una sanzione fino a 12mila e 500 euro.

Cassinelli ha già promesso di riproporre l'emendamento in Aula con qualche piccola correzione. In verità persino la sua proposta è discutibile poiché si limita semplicemente a garantire ai blog e siti amatoriali sette giorni per la rettifica.

Vorrei ricordare per l'ennesima volta che il Codice Penale prevede già reati come la calunnia, l'ingiuria e la diffamazione. E certamente il Web non è escluso dal raggio d'azione dei rispettivi articoli.

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