LulzSec nella trappola dell'FBI: azzerata la cupola

Il braccio armato di Anonymous, LulzSec, è finito: l'FBI ha arrestato i membri chiave. Il capo Hector Xavier Monsegur (aka Sabu) faceva il doppio gioco da giugno. La base era nel Lower East Side, a New York.

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a cura di Dario D'Elia

LulzSec, il braccio armato di Anonymous, è caduta nella trappola ordita dal suo storico capo e dall'FBI. Secondo i quotidiani statunitensi questa mattina 3 membri chiave dell'organizzazione sono stati arrestati con l'accusa di cospirazione, mentre altri due sono sotto mandato di cattura. 

Il capo Hector Xavier Monsegur (aka Sabu), pizzicato dall'FBI lo scorso giugno, avrebbe aiutato gli inquirenti e spifferato in questi mesi tutti i segreti dell'organizzazione - almeno stando a quanto riporta Fox News. "Questo è devastante per l'organizzazione", ha dichiarato ai media un agente. "Stiamo tagliando la testa di LulzSec". 

LulzSec

LulzSec è balzato agli onori delle cronache nel 2011 per aver tenuto sotto scacco gli account degli utenti Sony e mandato offline il sito della CIA. Di lì in poi i cyber-attacchi si sono moltiplicati, più per divertimento e sberleffo che altro. Nell'Operazione AntiSec è stata poi siglata una sorta di alleanza con Anonymous.

Insomma Hector Xavier Monsegur ha alimentato con i suoi colleghi un polverone senza precedenti. Dalla sua base situata nel Lower East Side, a New York, ormai era in grado di attaccare chiunque forte di migliaia di adepti situati in ogni parte del mondo. "L'hanno preso e segretamente arrestato, ora lavora per l'FBI", ha rivelato un fonte. Probabilmente non aveva scelta considerati i 12 capi di imputazione riguardanti attacchi di vario genere.

Sabu

Resta il fatto che oggi la testa di LulzSec è stata praticamente azzerata. Ormai sono tutti incriminati: i londinesi Ryan Ackroyd (aka Kayla) e Jake Davis (aka Topiary), gli irlandesi Darren Martyn "pwnsauce" e Donncha O'Cearrbhail (aka palladium), e il giovane di Chicago Jeremy Hammond (aka Anarchaos). 

Per altro Hammond pare essere non solo membro effettivo di Anonymous ma anche il responsabile dell'incredibile attacco ai danni della società di sicurezza Stratfor. E così sebbene la partita non sia definitivamente chiusa si conferma almeno una storica cyber-regola: negli Stati Uniti prima o poi ti beccano.