Il Presidente Mario Monti incontrerà i guru della Silicon Valley e il gotha dell'economia digitale per attirare nuovi investimenti in Italia. Durante l'annuale Sun Valley Conference, organizzata a luglio dalla banca d'affari Allen&Co, cercherà di avvicinare l'establishment del capitalismo tecnologico per intervenire in qualche modo sulla percezione che ha del nostro paese. Forse parlerà di potenzialità, di distretti industriali, di qualche nuova proposta di legge; non è chiaro quale strategia possa usare. Magari sarà un'occasione per ascoltare e scoprire cosa non piace agli stranieri.
Da dove iniziamo allora?
Resta il fatto che la Sun Valley Conference è considerata una sorta di manifestazione pseudo-alternativa. Sì, è vero, sono presenti Tim Cook di Apple, Mark Zuckerberg di Facebook, Sergey Brin e Eric Schmidt di Google, Jeff Bezos di Amazon, Rupert Murdoch di News Corp e Bob Iger di Disney ma lo stile è informale. Beh, come possono essere "business casual" gli statunitensi, e non solo nell'abbigliamento.
Monti con un'unica mossa cerca probabilmente di recuperare un po' di terreno internazionale sul fronte industriale. Dopo il blackout degli ultimi anni la speranza è che i colossi statunitensi possano ridare fiducia al paese. I nostri biglietti da visita per ora si chiamano Monti e Marchionne. Obama sembra apprezzare entrambi, ma sono i colossi IT e dei media che ci interessano.
Se la Silicon Valley stabilisse un rapporto continuo con il nostro paese potrebbero essere valorizzate non solo le nostre più giovani menti ma l'intero settore digitale. Le startup avrebbero finalmente un supporto adeguato: i progetti migliori potrebbero essere favoriti rispetto a quei centinaia di flop ambulanti che tolgono solo ossigeno al segmento.