Mediaset prova la censura su YouTube, e perde

L'Unione Nazionale Consumatori (UNC) per la libertà della Rete è riuscita a far riattivare il suo canale YouTube precedentemente oscurato per volere di Mediaset. Neppure a dodici ore dal ricorso d’urgenza presso il Tribunale di Roma, YouTube ha deciso spontaneamente di riattivare il canale.

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a cura di Dario D'Elia

Il canale YouTube dell'Unione Nazionale Consumatori (UNC) per la libertà della Rete è di nuovo attivo, a prescindere dalle pressioni di RTI-Mediaset. La vicenda è senza dubbio esemplare per il dibattito che sta accompagnando la nuova normativa sul copyright promossa dall'AGCOM.

In pratica due mesi fa una richiesta di sospensione del canale video di UNC per violazione della normativa sul diritto d'autore aveva costretto YouTube alla censura. Ieri la situazione si è finalmente sbloccata. "Neppure dodici ore dal deposito del nostro ricorso d'urgenza presso il Tribunale di Roma, YouTube ha deciso spontaneamente di riattivare il nostro canale video: è una bella vittoria dell'Unione Nazionale Consumatori (UNC) per la libertà della Rete", ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario generale dell'organizzazione.

Il Presidente Mediaset Fedele Confalonieri

"YouTube ha dato un segnale importante riconoscendo implicitamente che non è lecito oscurare un intero canale in conseguenza di segnalazioni ancora tutte da verificare: noi sosteniamo, infatti, che sia legittimo pubblicare brevi estratti di programmi televisivi quando lo scopo è informativo e quindi non in competizione economica con gli interessi dell'emittente televisiva". 

In pratica il canale YouTube dell'UNC mostrava non solo video auto-prodotti della community ma anche estratti delle trasmissioni Mediaset come Le Iene e Striscia la notizia  - comprese le interviste realizzate a Dona. Tutto questo secondo Mediaset andava considerato una violazione.

"Adesso dovremo mettere in cantiere un'autonoma azione nei confronti di RTI-Mediaset perché in questo caso è interesse della collettività che un giudice italiano dichiari la legittimità della pubblicazione di spezzoni di programmi televisivi quando i contenuti sono diffusi in modo parziale, nell'ambito del diritto di cronaca e comunque per finalità educative e non a scopo di lucro", ha aggiunto un agguerrito Dona. 

"È una battaglia che dobbiamo portare fino in fondo in nome della libertà di informare che va riconosciuta alle organizzazioni che, come la nostra, svolgono un ruolo sociale ma forse, soprattutto, per il diritto di ciascuno ad essere informato sui temi che riguardano i consumatori. Il nostro canale (youtube.com/user/unioneconsumatori/) ha purtroppo perso molti contatti".

Cosa sarebbe successo se al posto dell'associazione ci fosse stato un comune utente? La nuova normativa che sostiene l'AGCOM sarebbe stata in grado di garantire adeguatamente i diritti della parti in causa?

Le risposte a voi.