Millenial generazione più pigra della Storia? Ecco la verità

Lo studio del sociologo Martin Schröder mette in discussione gli stereotipi generazionali sul lavoro, rivelando più complessità

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a cura di Giulia Di Venere

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I pregiudizi generazionali sulle abitudini lavorative sono una costante nel dibattito pubblico, ma il sociologo Martin Schröder ha condotto uno studio che potrebbe mettere in dubbio alcune convinzioni. Attraverso un'analisi dei dati di quasi 600.000 persone che hanno partecipato all'Integrated Values Survey, il quale si è svolto dal 1981 al 2022, Schröder ha cercato di comprendere se le generazioni differiscano effettivamente nel loro atteggiamento verso il lavoro.

La ricerca di Schröder ha svelato che, contrariamente alle convinzioni popolari, sembra che le percezioni sull'importanza del lavoro non siano strettamente correlate al periodo in cui si è nati, bensì siano influenzate da una combinazione di fattori legati all'età e al periodo storico. Secondo lo studio, l'importanza attribuita al lavoro tende a diminuire con l'avanzare dell'età, indipendentemente dalla generazione di appartenenza. Ciò suggerisce che l'idea di una generazione più "pigra" o meno incline al lavoro potrebbe non essere fondata.

Inoltre, Schröder ha evidenziato l'effetto del periodo storico sull'importanza attribuita al lavoro. L'analisi dei dati ha mostrato una diminuzione complessiva dell'importanza che viene data al lavoro nel corso degli anni, suggerendo che le tendenze sociali e culturali in un contesto più ampio influenzino le percezioni individuali sul lavoro.

Questa ricerca mette in discussione gli stereotipi ampiamente diffusi sulle generazioni, dimostrando che le differenze nelle percezioni del lavoro sono più complesse di quanto si pensasse. Non si tratta semplicemente di una questione generazionale, ma di una combinazione di fattori che includono età, periodo storico e contesto sociale.