Neutrini più veloci della luce e lo scetticismo di fondo

Trenta scienziati che hanno partecipato all'esperimento Opera in cui i neutrini muonici avrebbero viaggiato più veloci della luce non hanno firmato la ricerca. C'è tanto scetticismo attorno a una possibile scoperta dai risvolti epocali. Quello che non è piaciuto però è soprattutto il modo in cui sono stati divulgati i risultati.

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a cura di Manolo De Agostini

I neutrini più veloci della luce non mettono tutti d'accordo, nemmeno chi ha svolto l'esperimento Opera. D'altronde se tutto ciò fosse confermato si aprirebbero scenari fino a oggi impensabili, e soprattutto non previsti da quel genio assoluto di Einstein, che con la teoria della relatività ha fissato paletti ben precisi alle nostre fantasie.

Però prima di bruciare lui e tutto il suo lavoro servono ulteriori test ed è per questo che i fisici hanno chiesto aiuto alla comunità internazionale. Ciò che però non è piaciuto a molti è la divulgazione pubblica sui media tradizionali e non specialistici. Un modus operandi insolito soprattutto quando in gioco c'è così tanto e creare un'attesa smodata da parte dei non addetti ai lavori potrebbe essere fuori luogo.

"Circa 30 dei 160 scienziati internazionali impegnati nell'impresa non hanno firmato il preprint diffuso prima della conferenza del Cern. Avevano dubbi e avrebbero preferito pubblicarla innanzitutto su una rivista internazionale la quale, prima di accettare il lavoro, lo avrebbe sottoposto al tradizionale vaglio di altri esperti. Ciò mi lascia perplesso, anche se l'esperimento appare fatto bene", ha dichiarato al Corriere della Sera Marco Gianmarchi del Cnr, coordinatore della fisica astro-particellare dell'Infn di Milano, responsabile del gruppo Aegis sulle ricerche dell'antimateria al Cern e membro dell'esperimento Borexino al Gran Sasso.

Il dottor Antonio Ereditato, a capo del team che ha svolto l'esperimento, ha confermato le parole di Gianmarchi. "Dopo la conferenza al Cern ho ricevuto 650 email di osservazioni ed è quello che deve succedere. Ciò che abbiamo constatato è choccante. Per questo prima di tutto ci siamo fatti gli esami all'interno del gruppo secondo le regole standard e poi abbiamo messo ai voti il lavoro svolto. Sapevo che l'articolo preparato era particolare e perciò ho chiesto libertà di coscienza nell'esprimere le personali valutazioni. Il consenso è stato grande ma un certo numero di colleghi per una serie di ragioni personali non lo ha condiviso. Dai nuovi incontri di domani mi aspetto nuove idee soprattutto originali non emerse a Ginevra".

Antonio Ereditato

"Prima di gettare nel fuoco le teorie di Einstein vorrei vedere i risultati di altri esperimenti indipendenti", ha dichiarato John Ellis del Cern. "È possibile che anche se le conclusioni sono accurate, queste non dimostrino che i neutrini viaggiano più veloci della luce ma invece siano la spia di un altro effetto esotico sconosciuto", ha invece aggiunto David Kaiser del Mit.

È quindi partita la caccia all'errore. Tra i principali punti critici troviamo la sincronizzazione degli orologi atomici al Cesio posti al Cern e al Gran Sasso - si parla di una differenza di 2,3 nanosecondi con una tolleranza di 0,9 nanosecondi - e anche la natura dei neutrini (muonici). 

I ricercatori affermano di aver tenuto conto di quei dati, e anche di altre moltissime ipotesi di errore - persino l'influenza del terremoto dell'Aquila del 2009 o la deriva dei Continenti. Un altro punto della discordia riguarda la misura effettuata avvalendosi di una versione molto accurata del GPS.

Pur sommando tutti i possibili errori, i fisici non sono però ancora riusciti a spiegarsi come i neutrini sparati dal Cern siano arrivati al Gran Sasso con 60 nanosecondi di anticipo sul tempo previsto. E per questo ora bisogna rivolgersi al mondo intero, in cerca delle cosiddette "incognite sconosciute". A loro vanno i nostri migliori auguri, qui si potrebbe fare la Storia (con la esse maiuscola).

ps. Avranno tenuto conto dell'elevata aerodinamicità dei neutrini nel #tunnelgelmini?