Portico, con un trucco il tablet diventa da 26 pollici

Intel, Microsoft e l'Università di Washington hanno sviluppato Portico, una tecnologia che permette ai possessori di tablet di sfruttare la superficie su cui è posto il dispositivo. Si aprono così nuove modalità d'interazione con gli oggetti esterni. Ecco una prova.

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a cura di Manolo De Agostini

Si chiama Portico, ed è una tecnologia sperimentale per tablet e smartphone ideata da Intel, Microsoft e dai ricercatori dell'Università di Washington. Al posto di puntare solo sul touchscreen, come un comune dispositivo di questo genere, si possono gestire contenuti sullo schermo muovendo gli oggetti sulla superficie su cui è posto il dispositivo

I ricercatori sono partiti da una semplice domanda: perché toccare solo un touchscreen, quando si può usare l'area tutta intorno? "L'idea è consentire allo spazio interattivo di valicare l'area di visualizzazione o lo spazio dello schermo", ha dichiarato il ricercatore Jacob Wobbrock, che ha lavorato allo sviluppo del sistema.

Due videocamere pieghevoli che si trovano su entrambi i lati dello schermo rilevano e tracciano i movimenti circostanti. Il sistema riconosce l'altezza degli oggetti e determina se toccano la superficie confrontando le due viste catturate dalle videocamere. L'approccio permette di acquisire anche i movimenti della mano e gli oggetti fisici in modo da permetterne l'interazione con l'ambiente presente sullo schermo.

Come potete vedere dal video presente in questa notizia, il software è in grado di tracciare una piccola pallina che si muove lungo la superficie su cui è posto il tablet. Quando la pallina colpisce un lato del tablet, ne appare una virtuale sullo schermo che segue la medesima traiettoria, come se la pallina fisica fosse "entrata" nel dispositivo. 

In questo modo la pallina fisica può essere usata per fare punti nel gioco virtuale. In un'altra dimostrazione una navicella giocattolo posta sul tavolo accanto al tablet permette di controllarne una virtuale a schermo, consendo all'utente di abbattere gli asteroidi in arrivo.

La stessa tecnologia, secondo Wobbrock, potrebbe essere applicata anche a smartphone e ad altri dispositivi tascabili, che hanno uno schermo ancora più piccolo di un comune tablet. Daniel Avrahami di Intel ritiene che Portico aumenti l'area usabile di un tablet in modo notevole. "Per un tablet da 12 pollici è come avere uno schermo da 26 pollici".

Wobbrock sostiene che, da un punto di vista commerciale, potrebbe essere più adeguato usare videocamere clip-on (collegabili) anziché pieghievoli, che tendono a rompersi più facilmente e quindi a diventare un costo inaccettabile. Il ricercatore ipotizza addirittura che l'intero schermo potrebbe essere sostituito da una cornice pieghevole dotata di videocamere e un pico-proiettore per riprodurre l'immagine sulla superficie sottostante.

Che sia in un modo o nell'altro, l'obiettivo è comunque quello di realizzare dispositivi in grado di offrire capacità d'interazione differenti e migliori rispetto a oggi. Attualmente i touchscreen sono una buona soluzione, ma l'evoluzione dei contenuti ci sta già portando a scontrarci con i limiti dell'area dello schermo. Per esempio preferiamo leggere su un tablet piuttosto che uno smartphone, e fare anche tante altre cose. 

Perciò aumentare in maniera artificiosa lo spazio di azione per svolgere delle operazioni potrebbe essere una delle novità del prossimo futuro, anche se solo in quei frangenti in cui appoggiamo il dispositivo su una superficie. Intel, Microsoft e l'Università di Washington sembrano a buon punto, ma chi sarà il primo a portare questa innovazione sul mercato?