Oculus Rift basato su tecnologie rubate?

Zenimax Media ha accusato John Carmack di aver usato senza permesso tecnologie chiave per lo sviluppo dell'Oculus Rift, il visore per la realtà virtuale.

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a cura di Roberto Caccia

ZeniMax Media ha accusato John Carmack, il padre di Doom e co-fondatore di iD Software, di aver rubato tecnologie chiave per l'Oculus Rift, il visore per la realtà virtuale che si prepara a invadere i PC di tutti gli appassionati di gaming.

Per chi si fosse perso qualche passaggio ricordiamo che Carmack ha recentemente lasciato iD Software, (acquisita da ZeniMax Media nel 2009) per lavorare a tempo pieno come direttore tecnico di Oculus VR, l'azienda produttrice di Oculus Rift.

L'oggetto della discordia, il visore Oculus Rift

"La tecnologia di ZeniMax non deve essere concessa in licenza, trasferita o venduta senza l'approvazione di ZeniMax Media", spiega la società statunitense, che afferma di aver fornito preziosa assistenza a Palmer Luckey (il responsabile dell'Oculus Rift) e ad altri dipendenti di Oculus VR per rendere il visore un prodotto affidabile e superiore alle soluzioni della concorrenza.

Zenimax sostiene che Luckey abbia acconsentito, nero su bianco, a concedere alcune proprietà intellettuali, che sarebbero state usate senza permesso per realizzare l'Oculus Rift.

Il fatto che l'accusa arrivi a poche settimane di distanza dall'acquisizione miliardaria di Oculus VR da parte di Facebook è abbastanza sospetto e i più smaliziati potrebbero pensare che Zenimax voglia soltanto mettere le mani su una fetta della torta.

A complicare la vicenda ci pensa la posizione di Carmack, che per un periodo di tempo ha lavorato sia per Zenimax sia per Oculus. Lo sviluppatore ha tuttavia reagito tempestivamente all'accusa con un breve annuncio su Twitter.

John Carmack ha respinto le accuse al mittente

"Nessun lavoro che abbia mai fatto è stato brevettato. Zenimax ha la proprietà del codice che ho scritto, ma non possiede la realtà virtuale", spiega Carmack. Ancora più piccate le dichiarazioni di Oculus VR, decisamente infastidita dalla vicenda.

"Purtroppo quando ci sono transazioni di questo tipo le persone escono allo scoperto con richieste ridicole e assurde. Abbiamo intenzione di difendere completamente e vigorosamente Oculus e i suoi investitori", ha dichiarato un portavoce dell'azienda. Molto probabilmente toccherà a un giudice mettere la parola fine sulla vicenda.