Operation: Payback, quello che i media non dicono

Chi si nasconde dietro Operation: Payback? Cittadini della Rete stanchi dei soprusi a quanto pare. Vogliono visibilità senza danneggiare gli utenti di tutto il mondo. Il caso WikiLeaks è emblematico per quello che sta succedendo alla libera informazione.

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a cura di Dario D'Elia

Operation: Payback è un'operazione online che punta a screditare l'immagine di istituzioni e società che si sono schierate (agendo anche illegalmente) contro la libera informazione e il movimento pirata. Grazie allo scandalo WikiLeaks è stato possibile scoprire chi si nasconde dietro a questo nuovo movimento undergroud. "Anonymous" è una comunità anonima che non appartiene al mondo hacker - sembra una versione cyber di Luther Blissett (ora Wu-Ming).

La paura si diffonde nel mondo

"Siamo cittadini della Rete medi e la nostra motivazione è dovuta a tutte le piccole e grandi ingiustizie di cui siamo testimoni ogni giorno", si legge nel comunicato ufficiale. "Non vogliamo rubare i vostri dati personali o i codici delle carte di credito. E non cerchiamo di attaccare infrastrutture critiche di aziende come Mastercard, Visa, PayPal e Amazon".

"Il nostro attuale obiettivo è di attirare l'attenzione su WikiLeaks e metodi sottotraccia che stanno utilizzando queste aziende per non consentire a WikiLeaks di operare".

Non a caso gli attacchi DDOS di questi giorni sono stati concentrati sui siti ufficiali: "le facce pubbliche online". Si tratta di azioni simboliche, a loro parere. "Come sostiene l'accademico Evgeny Morozov è una legittima espressione di dissenso", continua il documento.

Interessante rilevare ad esempio che PayPal sembrerebbe non essere stata danneggiata nel sistema di pagamento, ma semplicemente rallentata nell'operatività. Un piccolo segnale per dare visibilità alla vicenda.