Recuperare oro dai rifiuti hi-tech, un metodo tutto italiano

L'Enea ha brevettato un processo di estrazione di materiali preziosi dai componenti elettronici in disuso. Comporta limitate emissioni in atmosfera ed è efficiente.

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a cura di Manolo De Agostini

I componenti elettronici sono una vera miniera d'oro, in tutti i sensi. Sono composti da materiali preziosi - oro, argento, piombo, rame, stagno e altri - che spesso però finiscono nei cassonetti. Il problema dei rifiuti hi-tech (RAEE) ha fatto scattare il campanello d'allarme dell'ONU e c'è chi, come il fotografo Valentino Bellini, ha deciso di realizzare un reportage per seguire la vita di questi rifiuti, che spesso volano nei paesi del terzo mondo illegalmente.

Urgono maggiore consapevolezza, adesione alle politiche di riciclaggio, ma anche soluzioni che consentano di recuperare i materiali preziosi già usati per poi rimetterli nel ciclo produttivo, con un bel risparmio di risorse. È quello su cui sta lavorando l'Enea (Agenzia italiana per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo tecnologico sostenibile), che ha brevettato una metodologia ad hoc.

"I RAEE costituiscono un'importante fonte di approvvigionamento di materiali, che sono in gran parte monopolio dei paesi produttori extraeuropei, soprattutto asiatici, e particolarmente necessari al nostro Paese, che non dispone di ingenti risorse minerarie", sottolineano le agenzie di stampa.

La metodologia dell'Enea, che usa un processo idrometallurgico quasi a temperatura ambiente e che si può eseguire in piccoli impianti, comporta limitate emissioni in atmosfera, è estremamente vantaggiosa rispetto ai grandi impianti pirometallurgici usati finora, che richiedono processi ad alta temperatura e sono più inquinanti.

Presso il centro Enea Casaccia, alle porte di Roma, è già in costruzione un impianto sperimentale per condurre delle campagne dimostrative. L'impianto, inoltre, è progettato in maniera modulare per poter essere usato anche per lo sviluppo e l'ottimizzazione di tecnologie di processo utili al trattamento di materiali di altro tipo, come le lampade a fluorescenza esauste o i monitor LCD.

L'Enea metterà a disposizione questo impianto sperimentale alle imprese del settore dei RAEE che desiderano realizzare "impianti per il recupero dei materiali a elevato valore aggiunto". Insomma, altro che le nostre guide per il recupero dell'oro da componenti hardware o dai microprocessori, che comunque rimangono sempre istruttive, se non altro per farsi un'idea della pericolosità di un'eventuale fai da te. Astenersi neofiti e persone poco attrezzate!