Scorporo Telecom Italia di nuovo in auge. A Palazzo Chigi?

Fonti politiche vicine a Palazzo Chigi avrebbero confermato a La Repubblica lo studio del progetto scorporo Telecom. Si tratta di indiscrezioni, ma l'unica certezza è che potrebbe attuarsi solo con i "golden powers".

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a cura di Dario D'Elia

Lo scorporo della rete Telecom sembra nuovamente protagonista dell'agenda politica, secondo quanto riporta oggi La Repubblica. Pare che a Palazzo Chigi a breve qualcuno sarà incaricato di studiare il progetto di societarizzazione dell'infrastruttura di rete. Non è la prima volta, e non vi è neanche certezza della sua concretizzazione.

A naso qualcuno potrebbe sostenere che si tratti di una banale operazione di pressing per convincere Telecom Italia ad accordarsi con Cassa Depositi e Prestiti. Com'è risaputo la finanziaria del Ministero dell'Economia è l'unica entità pronta a iniettare grandi capitali nella NewCo; gli operatori TLC avrebbero solo una partecipazione secondaria.

... intanto a Palazzo Chigi...

Il premier Renzi si è sempre dimostrato poco interventista nelle questioni che riguardano le aziende private, ma su Telecom non ha mai nascosto le sue perplessità. "Indipendentemente da come sarà Telecom, se sarà italiana o spagnola non mi interessa, mi interessa che si facciano gli investimenti sulla rete e in modo rapido", disse l'anno scorso durante le primarie.

Scorporo sì, ma solo come soluzione estrema nel caso l'ex monopolista non investa nello sviluppo. Il motivo si deve alla difficoltà monumentale di un'operazione di questo tipo. L'unica arma impiegabile dal Governo infatti si chiama "golden power", uno strumento legislativo che consente di intervenire sulla governance di realtà private operanti in settori strategici, come difesa, energia, comunicazioni e trasporti.  

Si parla della "facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all'adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni". E l'occasione migliore sarà proprio quando arriveranno nuovi investitori.

Ad ogni modo oggi sono solo chiacchiere perché il solo avvicendamento di Telefonica con la francese Vivendi non sarà sufficiente per far scattare il piano di emergenza.

E quindi? Segnali. Dialoghi a distanza. Trattative in corso.

Aggiornamento. "Il dossier non esiste, non ne ho mai sentito parlare", ha dichiarato all'ANSA il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi. "Sono speculazioni che considero superficiali e improduttive"

"Dovremmo dare la rappresentazione di un paese serio che sa di cosa parla e che gestisce le regole senza confusione. Questi messaggi stupiscono chi li legge, per fortuna non più gli analisti che si occupano di noi e che ormai li trovano talmente irrealistici e per nostra fortuna gli danno molto poco peso".

Aggiornamento 2. Telecom ha diffuso un durissimo comunicato sulla questione scorporo sottolineando che si tratta di "speculazioni assolutamente prive di fondamento sia sotto il profilo dei piani industriali della Società, sia dal punto di vista normativo". Una separazione societaria imposta sarebbe illegittima.

"La Società inoltre ricorda di essere fortemente impegnata nello sviluppo delle infrastrutture di Rete, come confermato dall’importante piano di investimenti che nel triennio 2014-2016 ammonta complessivamente a 9 miliardi di euro, di cui 3,4 miliardi sono dedicati allo sviluppo di reti e servizi innovativi, sia per quanto riguarda la Fibra che il 4G".

"La Società, in seguito a tali notizie infondate, sta valutando tutte le iniziative più opportune a propria tutela".