Il giovane hacker che ha violato il sistema informatico dell'Istituto Itis Marzotto di Valdagno interessa a una società thienese di Consulting Engineering. Insomma, la bravata informatica è valsa così tanta pubblicità che la Ceremit di Thiene ha pensato bene di riservare al giovane un posto nel suo dipartimento di information technology. Non è la prima volta che avviene qualcosa di simile nel settore della sicurezza, ma fino a ieri sembrava un fenomeno tipicamente statunitense. Se non altro perché i cyber-attacchi d'oltreoceano sono sempre stati più eclatanti.
"Non discuto il reato, spetta alla magistratura accertare. Ma quel ragazzo sembra essere veramente in gamba e dobbiamo dargli una possibilità. Molti dei consulenti delle aziende americane sono stati prima degli hacker", ha infatti sottolineato uno dei responsabili di Ceremit, Alessandro Petracca.
Professione hacker
Il giovane studente, di origini indiane, alla fine si è dimostrato la mente dell'operazione. Gli è bastato inserire un file script nel PC (incustodito) del professore di Informatica per correggere voti e sbirciare le tracce dei compiti in classe. Potrebbe essere considerato un reato minore, ma ha comunque portato vantaggio alla piccola banda.
"Ritengo la scelta della ditta non in linea con un'etica professionale che dovrebbe essere propria di chi lavora nell'informatica, con particolare riguardo allo specifico campo della sicurezza informatica. Ciò che ha fatto il ragazzo in questione è un atto di pura criminalità informatica, seppur dalle conseguenze inferiori rispetto a ciò che vediamo tutti i giorni in campo internazionale. Ma è pur sempre un grave reato che bisogna punire e non invece rischiare di valorizzare proponendo un posto di lavoro", ha scritto sul suo profilo Facebook Marco Giuliani, il fondatore della società di sicurezza ITSec che ha scoperto recentemente un problema in Windows 8.
"Chi lavora nel settore della sicurezza informatica sa che vengono isolate decine di migliaia di nuovi malware al giorno, creando grandissimi problemi alla sicurezza del web e alle persone che ogni giorno utilizzano tale strumento per lavorare o semplicemente per passare del tempo libero e rilassarsi".
"Noi dovremmo cercare di garantire la sicurezza di tali utenti, e invece leggiamo che un ragazzo che ha scritto uno pseudo-malware vedrà tutelata la propria battaglia legale e avrà un posto di lavoro. Cosa capirà questo ragazzo da tutto ciò?".
Effettivamente quanto successo lascia pensare. Per di più Ceremit sembrerebbe intenzionata ad accollarsi le spese legali del giovane. Eticamente appare tutto piuttosto scorretto.