SIAE vuole soldi anche per i trailer online dei film

A gennaio SIAE ha siglato un accordo con AGIS, ANEC, ANEM, ACEC e FICE per estendere la protezione delle opere a trailer audiovisivi promozionali, gli stacchi e le musiche di sottofondo delle homepage. E adesso vuole 450 euro a trimestre per consentire la pubblicazione online di trailer.

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a cura di Dario D'Elia

La SIAE ha deciso di spremere denaro anche dai siti che pubblicano i trailer dei film. A gennaio ha siglato un accordo con l'AGIS (Associazione Italiana Generale Spettacolo) e le associazioni cinematografiche ANEC, ANEM, ACEC e FICE che prevede la tutela delle opere attraverso anche i trailer audiovisivi promozionali, gli stacchi o le musiche di sottofondo delle homepage. Come al solito per mesi tutti è andato avanti placidamente, ma pare che dopo le vacanze ad alcuni siti Web siano iniziati ad arrivare dei comunicati piuttosto espliciti. Dovranno pagare 450 euro a trimestre per pubblicare non più di 30 trailer.

Gian Luigi Rondi, Presidente SIAE

"La sezione video di questo sito è stata per il momento sospesa", si legge da qualche giorno sul sito Fantascienza.com. "Siamo convinti che pagare 1800 euro all'anno per avere il privilegio di fare pubblicità gratuita ai clienti della SIAE non abbia nessuna logica né nessuna possibile utilità. Spegniamo quindi il nostro servizio video fin quando la SIAE non rivedrà le proprie norme. Ci scusiamo con gli utenti per il disservizio, ma li invitiamo altresì a fare quanto nelle loro possibilità per rendere nota la situazione".

Secondo il suo editore Delos Network, che gestisce anche horror.it, horrormagazine.it e altre testate online, "se la SIAE proseguirà su questa linea, i trailer scompariranno definitivamente dai siti web italiani".

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Già, perché rischiano un po' tutti i siti del settore: dalle testate online ai siti delle multisale, a probabilmente quelli che si occupano di recensioni e anteprime. Per proseguire dovranno probabilmente ottenere licenze come operatori di streaming. E neanche l'escamotage (embedding) di YouTube potrebbe essere adottabile: SIAE sostiene che in questo caso si svolgerebbe attività di Streaming Service Provider.

Non resta che attendere una classica azione dell'associazione dei consumatori o una denuncia al TAR.

Va bene che la SIAE ha un debito di circa 800 milioni di euro nei confronti degli stessi autori ed editori, ma forse non è questa la soluzione per farvi fronte.