Sky: investiamo in Italia e il Governo ci ostacola

Sky è soddisfatta del parere del Consiglio di Stato sul beauty contest per il digitale terrestre ma non capisce la posizione del Ministero di Sviluppo Economico. L'AD di Sky Italia, Tom Mockridge, parla di barriere e vincoli nei confronti di chi ha scelto di rischiare capitali in imprese italiane.

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a cura di Dario D'Elia

Sky Italia brinda con soddisfazione al parere del Consiglio di Stato sul beauty contest per l'assegnazione delle frequenze del digitale terrestre, ma si dice stupita del comportamento del Governo. Lunedì scorso le valutazioni dell'alto organo costituzionale (Il Consiglio di Stato libera Sky e bacchetta Romani) hanno liberato il campo da ogni perplessità sui principi di reciprocità applicati al settore TLC e sui margini di manovra del Ministero per lo Sviluppo economico – che controlla il Dipartimento per le Telecomunicazioni.

Sky potrà avere la possibilità (c'è un beauty-contest di mezzo, NdR) di sbarcare sul digitale terrestre con un maggior numero di canali, favorendo secondo gli esperti sia il mercato che la concorrenza.

AD di Sky Italia, Tom Mockridge

"Sky Italia continuerà a investire in Italia e a dare il suo contributo per far crescere il settore televisivo di questo paese", ha dichiarato l'AD di Sky Italia, Tom Mockridge. "Un investimento che secondo un recente studio ha generato oltre 22.500 posti di lavoro tra dipendenti, collaboratori diretti e indotto e che ha trainato la crescita dell'intero comparto". 

La stoccata di Mockridge al Governo è però dietro l'angolo."Certo stupisce che proprio chi dovrebbe perseguire l'obiettivo di sostenere ed agevolare questa crescita, ovvero il Ministero dello Sviluppo Economico, invece di incentivare investimenti come quelli fatti da Sky Italia, sembri più interessato a ricercare con insistenza soluzioni che vanno nella direzione opposta, proponendo barriere e vincoli nei confronti di chi ha scelto di rischiare i propri capitali in imprese italiane", ha sottolineato il dirigente. 

"Barriere e vincoli che - oltre ad essere difficili da giustificare sul piano dell'opportunità, soprattutto in una fase economica complessa come quella che sta vivendo l'Italia - non sono neanche compatibili con i principi della concorrenza e con le regole europee". E almeno in questo caso Mockridge è inattaccabile poiché come ha rilevato il Consiglio di Stato l'Unione Europea aveva già autorizzato Sky a partecipare all'asta nel 2010: nessuno avrebbe potuto vietarlo se non incorrendo in possibili ammonimenti o sanzioni.

Intanto il Commissario UE alla Concorrenza, Joaquin Almunia ha ribadito l'attesa per il ricevimento del regolamento che disciplinerà la gara per l'assegnazione delle frequenze DTT. "La nostra linea con cambia. Continueremo a seguire da vicino la vicenda in attesa che il governo italiano adotti e ci notifichi il bando di gara", ha dichiarato Almunia.