Spionaggio NSA? No, accordo commerciale sui metadati

Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza Telecom, ha spiegato come funziona il mercato dei metadati italiani.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

La NSA ha ricevuto i metadati delle comunicazioni europee direttamente dagli alleati? Sì, confida Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza Telecom e del Gruppo Pirelli, a La Repubblica. Proprio lui, che è stato protagonista dello scandalo Telecom-Sismi, spiega che oggi tutte le comunicazioni che passano attraverso le reti telefoniche sono digitalizzate, quindi archiviate e facilmente analizzabili, nonché scandagliabili da software di riconoscimento vocale o semantico. Questo avviene da almeno 10 anni.

"E i metadati viaggiano in strutture che hanno dei punti fragili. Dove quei dati possono essere o hackerati o semplicemente scambiati", puntualizza Tavaroli. "Quando il direttore della NSA dice che i metadati sull'Europa sono forniti dai Servizi alleati dice semplicemente che quella merce viene dal mercato dei metadati difeso dal segreto di Stato, dagli accordi tra governi". Lo specialista sostiene che questo escamotage consente ai paesi europei di evitare l'accusa di spionaggio per conto terzi.

Milioni di Metadati

Esiste un luogo in Italia che rappresenta il "mercatino" dei metadati: il Mix di via Caldera, a Milano. È uno dei nodi mondiali, come Londra, Francoforte, New York, Hong Kong e Parigi, identificato come "punto di interconnessione multiplo". Uno di quelli che ha fatto imbestialire poco tempo fa l'Associazione Italiana Internet Provider: dalla scorsa estate i piccoli che non pagano il peering con la rete Telecom Italia sono costretti a passare dall'estero.

Il Mix milanese oggi vanta 132 operatori connessi, fra cui At&T, Amazon, Facebook, Google, Microsoft e Verizon. Ma una dei protagonisti è Telecom Sparkle, che fornisce il routing internazionale per la maggior parte del traffico generato dall'utenza di Telecom Italia (e non solo).

"Per quanto riguarda i metadati italiani la società non fa altro che portare il nostro traffico domestico nei punti di interconnessione e qui scaricarlo nei server dei provider esteri", spiega a La Repubblica un ex Telecom Sparkle. "Immagini un'immensa stanza con enormi armadi collegati tra loro, illuminati da LED lampeggianti, che scambiano miliardi di byte al secondo".

La domanda a questo punto è se ci sia un qualche tipo di controllo sul traffico scambiato. Secondo la fonte, Telecom Sparkle si limita ad accordi con gli operatori privati non con i governi.

"Telecom può eventualmente stringere accordi con i suoi partner, provider o carrier esteri, sul tipo di metadati da mettere a disposizione", sottolinea la gola profonda. Ecco, è proprio in questo territorio oscuro che potrebbe annidarsi il passepartout per ottenere accesso a conversazioni, mail, record bancari e banche dati.

Il Sole 24 Ore, qualche giorno fa, ha riferito non a caso che tra il 1999 e il 2001, "stando a una fonte legata al mondo della telecomunicazione e dei Servizi, l'Intelligence USA, con il via libera del Governo Italiano, avrebbe avuto accesso ai metadati generati dalla rete Telecom".

Mancano le conferme documentali ma alcuni file di Swnoden sembrerebbero avvalorare la cosa. Il tutto rientrerebbe nelle attività di cooperazione che coinvolgono l'NSA e i Servizi Segreti esteri.

"Noi diamo agli americani traffico dati tra estero e Francia e loro ci danno traffico dati in zone del mondo in cui siamo assenti", ha recentemente ammesso un alto funzionario dell'Intelligence francese.