Stessa galassia, due telescopi spaziali differenti, ecco come cambia

I telescopi spaziali funzionano tutti allo stesso modo? Un'immagine della galassia NCG 3256ci aiuta a comprendere meglio l'aspetto.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Si potrebbe pensare che per scrutare lo spazio sia solo necessario un telescopio potente, ma si commetterebbe un grande errore; gli astronomi, infatti, hanno bisogno di utilizzare telescopi spaziali diversi con diverse capacità. Ci sono due fattori principali che determinano la necessità di diversi telescopi spaziali in orbita intorno alla Terra o al Sole.

Il primo elemento è il campo visivo del telescopio, ovvero l'area del cielo che può osservare. Alcuni telescopi sono progettati per coprire vaste aree del cielo in modo meno dettagliato, come telescopi per ricerche che identificano oggetti per ulteriori studi o per osservare l'universo su larga scala, come la recente missione Euclid. Altri telescopi, come Hubble, sono invece specializzati nell'osservare piccole aree del cielo con un grande dettaglio, il che è particolarmente utile per lo studio di oggetti specifici.

Il secondo fattore importante per i telescopi spaziali è la lunghezza d'onda a cui operano. Hubble e il telescopio spaziale James Webb, ad esempio, sono entrambi utilizzati per studiare galassie, ma lavorano a diverse lunghezze d'onda. Hubble opera principalmente nella lunghezza d'onda della luce visibile, simile a quella che percepiamo con i nostri occhi, mentre Webb opera nell'infrarosso.

Per mostrare come funziona, è possibile fare un confronto tra le immagini di una stessa galassia, la NCG 3256, catturate sia da Webb che da Hubble. L'immagine di Webb mostra i filamenti di polvere e gas che costituiscono la galassia, mentre quella di Hubble permette di vedere attraverso le nuvole di polvere e scoprire la presenza di ben due centri (o nuclei).