Sul campo

Recensione - Test della Nikon Coolpix P510, bridge che vanta uno zoom 42x equivalente nientemeno che a 24-1000mm nel formato 35mm. In pratica, più che di una fotocamera si tratta di un piccolo telescopio.

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a cura di Tom's Hardware

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La P510 offre un completo set di programmi di scatto. Si parte dai classici programmi PASM, sempre utili anche se la limitata disponibilità di diaframmi (l'apertura minima è f/8, come per molte compatte) costringe a lavorare più sugli ISO che su altro, e si prosegue con una modalità Auto, con la modalità Scene, e con le quattro modalità speciali Paesaggio/Paesaggio notturno, Controluce ed Effetti.

La modalità scena include una quindicina di opzioni, tra cui panorama e scatto 3D, e offre la funzione di selezione automatica in base al soggetto inquadrato che su altre fotocamere si trova come funzione Auto o simili.

Paesaggio, Paesaggio notturno e Controluce hanno a che vedere con scatti multipli ed, eventualmente, con l'HDR. Il loro funzionamento, piuttosto articolato da descrivere a parole, dipende dalla condizione di scatto. Ad esempio, nel caso di Paesaggio notturno, è possibile scegliere tra scatto a mano libera (che porta a uno scatto multiplo e alla composizione di più immagini) oppure su cavalletto (che porta a disattivare la funzione VR e a un singolo scatto con tempo lungo).

In generale comunque si tratta di funzioni efficaci e ben implementate, che agiscono come farebbe un fotografo esperto e portano quindi a ottimi risultati. Una decina di effetti speciali (quelli che su altre fotocamere sono chiamati filtri) e una modalità personalizzabile chiudono l'elenco.

Un esempio di utilizzo notturno della P510 mostra i buoni risultati ottenibili senza fatica (impostazioni full-auto). La messa a fuoco lenta in condizione di luce scarsa ci ha però fatto perdere occasioni di scatto anche in questa che era solo una sfilata, quindi una situazione di scatto con soggetti in movimento relativamente lento. 

La fotocamera si impugna e usa molto bene, ma non brilla per reattività. È veloce ad accendersi e anche lo zoom si muove rapidamente, ma la messa a fuoco e il ritardo tra scatti consecutivi ricordano immediatamente che sia ha tra le mani una compatta.

In entrambi i casi non si può parlare di veri punti deboli, dato che la P510 non è peggiore di altre bridge, ma in condizioni di luce non ottimale la fotocamera fatica ad agganciare il soggetto in tutte le modalità, e questo fa perdere occasioni di scatto; l'intervallo di tempo tra uno scatto e l'altro, dal canto suo, è di circa 2 secondi. Queste due cose, sommate, rendono la P510 sostanzialmente incompatibile con la fotografia sportiva e i soggetti in movimento veloce.

Bisogna anche tenere conto che lo scatto continuo è funzionale solo all'uso delle modalità automatiche, per composizione di scatti multipli e HDR, perché nell'utilizzo manuale il blackout che segue il primo scatto, oscurando l'evolversi della scena, lo rende di fatto scarsamente utilizzabile.

Fatte queste constatazioni, non possiamo evitare di chiederci a cosa servano realmente 1000 mm equivalenti: per la fotografia di paesaggio? Lo stabilizzatore è efficace ma i 1000 mm di focale equivalente lo impegnano a fondo, e non sempre si riesce a scattare - anche a un paesaggio, si intende - a mano libera alla massima focale.