Tariffe terminazione: basta arricchire TIM e gli altri

Gli Internet provider italiani hanno scritto all'AGCOM per ridurre drasticamente le tariffe di terminazione mobili. Di fatto arricchisono senza motivo gli operatori, tarpano le ali a quelli virtuali e bloccano lo sviluppo del settore TLC.

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a cura di Dario D'Elia

Gli operatori TLC italiani e quelli di telefonia mobile stanno tirando per il colletto l'AGCOM a causa delle cosiddette tariffe di terminazione. Com'è risaputo il Garante sta decidendo sulla revisione di quel tariffario che riguarda che le chiamate transitanti su reti di operatori diversi. 

Tariffe terminazione

Il problema è che da una parte gli operatori residenziali vorrebbero una correzione al ribasso, in linea con le richieste comunitarie, dall'altra quelli mobili preferirebbero poter continuare a guadagnare come in passato.

AIIP (Associazione Italiana Internet Provider), BT Italia, Fastweb, Tiscali e Wellcome Italia hanno scritto quindi all'AGCOM che la situazione andrebbe affrontata al più presto "in considerazione del protrarsi delle distorsioni competitive derivanti da tariffe di terminazione non orientate (al costo)".

"Con l'ulteriore aggravante del fatto che i prezzi di terminazione attualmente applicati dagli operatori mobili […] si confermano fortemente disallineati rispetto alle best practice europee che prevedono livelli notevolmente più bassi e percorsi di riduzione maggiormente marcati".

Andamento tariffe

Secondo i dati infatti a marzo l'Italia ha confermato un livello medio di terminazione mobile il 55% superiore rispetto a un campione europeo di riferimento. "Tale situazione di squilibrio diventa ancor più marcata con riferimento ad un'analisi dinamica volta a confrontare i percorsi di riduzione tariffari (glide path) proposti dalle varie NRA (Garanti, NdR) nell'ultimo anno alla luce del progressivo adeguamento delle metodologie contabili alle indicazioni della Raccomandazione della Commissione Europea", continua la lettera.

Il mantenimento di questa situazione secondo gli Internet Provider di fatto avrebbe "perpetuato l'ingiustificato trasferimento finanziario dagli operatori fissi a quelli mobili", contribuito a rallentare lo sviluppo degli operatori virtuali (inferiore all'1%5) e polarizzato il mercato su due operatori (Vodafone e TIM).