Tassa sull'elettronica, per SIAE ecco 300 milioni

Il decreto Bondi sull'equo compenso per le copie private rischia di gravare pesantemente su imprese e consumatore; intanto la SIAE si prepara a fare cassa.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Il cosiddetto equo compenso, regolamentato dal nuovo decreto ministeriale firmato dal Ministro Bondi, ha scatenato la guerra tra le lobby industriali. Da una parte i produttori hardware, dall'altra i detentori dei diritti di copyright. "[…] reca un danno gravissimo sia all'industria dell'innovazione - in particolare quella informatica - sia al sistema imprenditoriale nel suo complesso", sostiene Assinform, l'Associazione di Confindustria delle imprese di informatica.

Sandro Bondi

"Il nuovo balzello, infatti, va a danno anche delle imprese oltre che dei consumatori, perché penalizza i personal computer anche per uso professionale e colpisce la crescita della capacità di memoria dei dispositivi, andando contro lo sviluppo della tecnologia. Anche l' eventuale rimborso da parte della SIAE di tale balzello sul materiale utilizzato dalle imprese introdurrebbe una nuova burocrazia di cui francamente non sentiamo il bisogno", ha dichiarato il Presidente Angelucci.

"Non ci aspettavamo questa tassa sull' innovazione proprio ora che si vedono i primi timidi segnali di ripresa dopo la lunga crisi; al contrario bisognerebbe agire con forza sulla leva dell'innovazione per lo sviluppo del paese".

Della stessa opinione le associazioni dei consumatori: non solo contrarie ma convinte anche sia solo un male per l'innovazione e un bene per la SIAE – gli incassi dell'equo compenso passeranno dagli attuali 70 milioni di euro a circa 300 milioni.

"[…] abbiamo stimato che l'aumento medio dei prezzi dei prodotti tecnologici dotati di memoria sarà del 4%. Un lettore MP3 da 8 gigabyte di memoria costerà in media il 5,6% in più, passando da 122 euro a poco meno 130 euro. Una chiavetta usb da 4 gigabyte costerà il 3% in più, un hard disk esterno da 500 gigabyte vedrà lievitare i suoi costi in media di 5 euro, pari al 2,5% in più del costo medio attuale", ha dichiarato l'Adoc.

Bondi ha risposto che "i compensi si collocano al livello più basso in Europa", dimenticando però di aggiungere che all'estero non sono annoverati così tanti prodotti nella lista dei tassabili.