Umani in animazione sospesa, la fantascienza che salva vite

Una tecnica avanzata permetterà ai chirurghi di operare problemi complessi senza incappare in emorragie fatali per il paziente. Una sorta di animazione sospesa tra vita e morte già sperimentata con successo sui suini.

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a cura di Manolo De Agostini

L'animazione sospesa sembrava una tecnologia da fantascienza, ma in realtà si sta muovendo qualcosa in quella direzione. Con animazione sospesa si vuole indicare un rallentamento delle funzioni vitali di una persona, volte a preservarne l'integrità. È il concetto di fondo che sta alla base della criogenia, che in molti film vediamo usata come mezzo per permettere all'uomo di fare viaggi nello spazio su lunghissime distanze ed essere risvegliato solamente a destinazione.

Ebbene, presso lo UPMC Presbyterian Hospital di Pittsburgh, Pennsylvania, partiranno i primi tentativi di portare delle persone in uno stato di animazione sospesa usando una nuova tecnica. L'obiettivo non sono i viaggi spaziali, ma salvare delle vite. La tecnica sarà usata su 10 pazienti con ferite incurabili, che altrimenti morirebbero dissanguati in caso di un'operazione tradizionale. Il tutto avverrà proprio raffreddamento il corpo, ma non grazie a un cambiamento di temperatura esterna.

Al contrario un team di chirurghi rimuoverà tutto il sangue del paziente per sostituirlo con una soluzione salina fredda. Questo raffredderà il corpo fino a 10 gradi Celsius, rallentandone le funzioni cellulari e riducendone la necessità di ossigeno. Insomma, lo scopo finale è guadagnare tempo. "Un grande tubo, chiamato cannula, sarà collocato nell'aorta, la più grande arteria del corpo. Una macchina cuore-polmone potrebbe essere usata per ripristinare la circolazione sanguigna e l'ossigenazione come parte del processo di rianimazione", spiegano i ricercatori.

"Stiamo sospendendo la vita, ma non ci piace chiamarla animazione sospesa perché suona come se si trattasse di fantascienza", ha dichiarato Samuel Tisherman, il chirurgo che guiderà il processo a New Scientist due mesi fa. "La chiamiamo conservazione di emergenza e rianimazione".

La tecnica è stata sviluppata dal dottor Peter Rhee, che è riuscito a testarla nel 2000 con successo su dei maiali. Nel 2006, il dottor Rhee ed i suoi colleghi hanno pubblicato i risultati di successive ricerche. Dopo aver indotto ferite mortali nei suini, tagliando loro arterie con bisturi, il team ha sostituito il sangue dei maiali con la soluzione fisiologica che ha abbassato la temperatura corporea di 10 gradi Celsius.

I suini la cui temperatura corporea non è stata controllata sono morti, mentre quelli che sono stati rianimati con una velocità media hanno dimostrato un tasso di sopravvivenza del 90 percento, anche se per alcuni è stato necessario far ripartire il cuore con un defibrillatore. I maiali, comunque, non hanno dimostrato alcun danno fisico o cognitivo in questo processo.

La tecnica, dunque, sarà usata solo come misura di emergenza su pazienti che hanno subito un arresto cardiaco dopo una grave lesione traumatica (come lo sparo di un'arma da fuoco), che hanno perso molto sangue – la metà – e che sono già sotto i ferri. Insomma, situazioni limite che solitamente vedono sopravvivere solo il 7% delle persone. Il tasso di sopravvivenza di questi pazienti sarà paragonato a un altro gruppo di persone che non riceverà tale trattamento.

È bene sottolineare che al momento il corpo umano può essere messo in queste condizioni di animazione sospesa in modo sicuro solo per un paio d'ore. Ore preziose che potrebbero fare la differenza.