Unbundling della fibra all'italiana: machiavellico

AGCOM ha proposto un regolamento per l'unbundling della fibra che potrebbe fare felici gli operatori alternativi e Telecom Italia. Da una parte l'obbligo per l'incumbent di fornire un prodotto attivo bitstream di seconda generazione e dall'altra un unbundling à la carte, flessibile e modulabile.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

L'unbundling della fibra ottica spaventa così tanto Telecom Italia che l'AGCOM è stata costretta a inventarsi una proposta alternativa da sottoporre all'Unione Europea. Pensare di replicare quel che avviene con il rame non sembra essere possibile, ecco quindi la redazione di un regolamento alternativo. Consultazione pubblica e Commissione Europea avranno in ogni caso l'ultima parola.

AGCOM

"La premessa da fare è proprio di tipo procedurale e cioè che la Commissione europea sarà arbitro della compatibilità comunitaria delle misure nazionali e quindi l'Agcom non intende assumersi più responsabilità di quelle che le competono. Detto in soldoni: Roma propone, Bruxelles dispone", ha dichiarato Stefano Mannoni, relatore del provvedimento insieme con Nicola D'Angelo, al Sole 24 Ore.

Gli operatori alternativi vorrebbero un'architettura point-to-point invece che la diffusa multi-point (Gpon), ma per l'incumbent i costi sarebbero troppo alti. "Dall'altro lato l'ex monopolista, che nel nome della libertà d'impresa avrebbe preteso di ridurre gli altri gestori a meri acquirenti della propria capacità trasmissiva o a costringerli a investimenti costosissimi per spingere la loro fibra fino agli edifici dei clienti (fiber to the building)", ha ricordato Mannoni.

"L'idea forza che ha ispirato la nostra proposta è stata una mediazione tra due istanze completamente irricevibili e non conciliabili".

La proposta AGCOM è di imporre a Telecom l'obbligo di fornire un prodotto attivo bitstream di seconda generazione, "in condizioni di piena replicabilità che lasciano notevole autonomia agli operatori concorrenti sulla configurazione delle offerte e senza obbligarli a investimenti infrastrutturali".

E poi "consentíre agli Olo (operatori alternativi, NdR) di prenotare un unbundling à la carte, flessibile e modulabile, che Telecom deve offrire mettendo a disposizione la fibra spenta e tutto ciò che serve per un accesso end-to-end".

Ovviamente è nel secondo punto che si concentra tutta la delicatezza della questione: Telecom proporrà tariffe adeguate?

Mannoni sostiene che l'AGCOM dovrà vigilare al riguardo. "Lo sforzo è stato quello di mediare tra le parti offrendo una proposta di qualità, ma se alla Commissione non dovesse piacere ci sarà la piena disponibilità a modificarla".