Uribu, il social network italiano per segnalare i soprusi

Uribu è la prima piattaforma online per segnalare in maniera del tutto anonima soprusi o malfunzionamenti di servizi pubblici e privati. Lo spirito è un po' quello di Striscia la Notizia, ma dietro si nascondono quattro giovani che vogliono dar voce alla cittadinanza.

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a cura di Dario D'Elia

Uribu è nuova piattaforma online per segnalare soprusi quotidiani, in completo anonimato. Lo spirito sembra essere quello di "Striscia la notizia" con la differenza che in questo caso la sola protagonista è la cittadinanza.

"Se per te l'abbandono di un cane, il maltrattamento di un disabile, la sosta su uno scivolo del marciapiede o un semplice autista che non rispetta le fermate pubbliche e altri milioni di esempi sono azioni normali, chiudi pure questo sito. In caso contrario se credi che il rispetto, la giustizia siano fondamentali rimani pure e aspetta la nascita di Uribu", si legge nella homepage del sito.

Uribu

In una recente intervista realizzata da Linkiesta ai fondatori del progetto, si scopre che si tratta di giovani tra i 17 e 23 anni: Andrea, Carlo, Alessio e Andr3a92. "In Uribu si possono segnalare in maniera del tutto anonima soprusi o malfunzionamenti di servizi pubblici e privati. Esistono specifici form dedicati ognuno ad assolvere alle segnalazioni inerenti una specifica area tematica: ad esempio quelli per i trasporti pubblici, quello per la Sanità, per l'istruzione o per le infrazioni stradali, come un SUV che parcheggia su uno scivolo per disabili, e così via", hanno spiegato i quattro sviluppatori. In pratica si potranno condividere foto e video di ogni indecenza, magari con la speranza che le autorità possano agire in qualche modo. Il tutto affidandosi a una semplice interfaccia grafica, basata su categorie, integrata con Google Map.

La completa operatività del sito è stata prevista per metà dicembre, finanziamenti permettendo. Già perché per i server stanno facendo tutto da soli. " Ci piacerebbe poter avere il sostegno di qualcuno come Diego della Valle, un imprenditore che ha sempre mostrato un grande interesse verso i giovani", hanno aggiunto. Insomma, l'idea è quella di avere un mecenate e poi copiare Wikipedia e Wikileaks, affidandosi alle micro-donazioni Paypal. 

"Uribu nasce in un periodo molto difficile per l'Italia. Un periodo dove molto spesso a rimetterci per gli sbagli fatti da altri sono proprio la maggior parte dei cittadini, che possono solo piegarsi e abbassare la testa. Per questo Uribu è un sito di denuncia. Denuncia di tutto quello che ci accade di negativo ogni giorno. È una civetta che sta ferma, guarda, ascolta, ma poi racconta e dice la sua. Uribu vuole cambiare il concetto del diritto, dell'uguaglianza e della giustizia sul web: se ti hanno tolto la parola fino ad ora è arrivato il momento di riprendertela".

Aggiornamento. Abbiamo contattato Andrea dei "Quattro Moschettieri" ed è stato gentilissimo nello spiegarci ogni dettaglio. Per prima cosa bisogna dire che hanno sottovalutato ogni rischio legato alla violazione delle norme sulla privacy. Nella lunga chiacchierata ci siamo sentiti quasi dei fratelli maggiori. Li abbiamo convinti a meditare sull'eventuale introduzione di strumenti di filtro. Sarebbe stato troppo pericoloso lasciar pubblicare agli utenti foto o filmati diffamanti, con volti e targhe dei veicoli in bella vista. In secondo luogo bisogna rilevare che più volte Andrea ha parlato del senso democratico della Rete e dell'hacking etico, come se fossero questi i veri motori del progetto.

Insomma, questi ragazzi sono mossi da uno spirito nobile e hanno grandi competenze nello sviluppo. Non sappiamo se alla fine la loro piattaforma verrà alla luce, ma siamo certi che sentiremo parlare delle loro prossime avventure. La stoffa c'è, l'etica si farà.