Verybello le ha pagate le foto che pubblica? No, è per il copyright libero

L'associazione nazionale fotografi professionisti ha scoperto che il sito Verybello interpreta creativamente le norme sul copyright correlate all'uso online di foto digitali.

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a cura di Dario D'Elia

Verybello ne ha sempre una: adesso è esploso il caso delle foto pubblicate online senza il consenso dei rispettivi proprietari. Ormai questo progetto, che dovrebbe promuovere nel mondo le nostre bellezze artistiche e gli eventi culturali italiani, è costantemente sotto i riflettori per inciampi più o meno gravi.

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A parte l'intrattenimento generato dai suoi contenuti editoriali (bizzarri) ora a fare la voce grossa è l'associazione nazionale fotografi professionisti. Come spiega l'avvocato Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano, esattamente il 30 aprile i fotografi hanno recapitato al Ministro della Cultura Franceschini una lettera di protesta per le "note legali" del sito.

"Le immagini pubblicate, nel rispetto dei diritti degli autori dei contenuti raffigurati, sono considerate di pubblico dominio salvo diversa indicazione espressa e provengono in gran parte da Internet o comunque da fonte liberamente accessibile. Gli interessati o gli aventi diritto possono comunicare le loro osservazioni in merito alla pubblicazione delle immagini scrivendo a infoverybello@beniculturali.it, che valuterà le richieste e l'opportunità di rimuovere le immagini pubblicate nel pieno rispetto delle normative vigenti", si legge effettivamente sul sito.

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In realtà secondo l'associazione tale prassi non rispetta il diritto degli autori e neanche le normative vigenti. "Contrariamente a quanto descrivete, le immagini reperibili in Rete NON sono 'di pubblico dominio' in quanto raggiungibili pubblicamente […] Le immagini sono condivisibili (menzionando l'autore) quando l'autore stesso le offre per tali finalità, cioè per la condivisione (ad esempio, per immagini concesse con licenza Creative Commons)", ricordano i fotografi.

L'inciampo sulla proprietà intellettuale fa sorridere soprattutto perché riguarda il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, primo sostenitore del progetto VeryBello.

"Suggeriamo di riconsiderare alla radice la vostra policy di reperimento delle immagini, proprio perché la vostra posizione istituzionale è a parer nostro incompatibile con una posizione qualunquista (comprensibile in un pubblico generalista, ma allarmante se proviene da un referente ministeriale)", consigliano i professionisti dello scatto.